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Google

domenica 23 dicembre 2007

Auguri di Buon Natale!

Un augurio speciale a tutti coloro che seguono il mio blog!

sabato 15 dicembre 2007

Google lancia Knol sfidando Wikipedia

Google ha deciso di addentrarsi in un terreno finora proprietà esclusiva di Wikipedia: l'enciclopedia on-line. Dato che "ci sono milioni di persone che hanno conoscenze utili e voglia di condividerle", spiega Google sul suo blog ufficiale, "abbiamo deciso di accontentarli con un'applicazione ad hoc".



Knol (contrazione di "knowledge") è la singola informazione elementare che rappresenta la spiegazione di un argomento. "Il nostro obiettivo è di incoraggiare la gente che conosce un argomento in particolare a scrivere un articolo e a pubblicarlo sulla nostra enciclopedia", aggiunge Google.

A ciascun knol introdotto liberamente da un utente, gli altri utenti potranno aggiungere commenti, inviare domande, inserire nuovi contenuti, valutare e persino recensire quanto già pubblicato, in una prospettiva di condivisione delle conoscenze totalmente aperta. La differenza con Wikipedia, per il momento regina incontrasta del settore, è che "gli articoli saranno firmati dall’autore e che ogni testo sarà corredato di commenti, note, riferimenti e fotografie realizzate dagli altri internauti". "Su molti argomenti, ci saranno diversi knol in concorrenza tra loro», spiegano. In questo modo gli utenti potranno potranno premiare i post più validi accrescendone il ranking.
L'intento è quello di creare un knol per qualsiasi argomento possibile, da associare a ciascuna ricerca on line mediante Google. In pratica, effettuando una ricerca comparirebbero tutta una serie di knol utili a definire i contenuti della ricerca stessa, in modo da permettere all’utente di chiarire meglio il senso di quello che sta cercando.
"L’idea-chiave dietro questo progetto è di mettere in luce gli autori", prosegue Google, perché conoscere il nome di chi ha scritto un pezzo aiuterà gli utenti ad individuare le fonti più attendibili e autorevoli, aumentando anche la popolarità di chi scrive le notizie.

Altra differenza sostanziale con Wikipedia, fondazione senza scopo di lucro, è la pubblicità. "A discrezione dell’autore, ogni knol "potrà contenere annunci pubblicitari", aggiunge il gruppo, il cui fatturato arriva per il 99% dalle inserzioni. "Se un autore sceglie di avere pubblicità, Google gli offrirà una percentuale delle entrate", assicura l’azienda.
Non sono ancora stati resi noti i tempi per l’apertura del servizio e le modalità con cui Google otterrà profitti dal progetto. Verosimilmente ci sarà un legame con l’advertising on line, ma non è ancora chiaro il criterio che verrà messo in atto.

sabato 8 dicembre 2007

AskWiki apre le porte alla ricerca intelligente

Dalla collaborazione tra la società italiana Expert System, la californiana AskMeNow, e la Wikimedia Foundation, nasce il primo motore di ricerca basato sul linguaggio naturale, specifico per i contenuti di Wikipedia.
AskWiki, questo il nome, si basa sulla tecnologia tutta italiana di Cogito, già utilizzata da Microsoft, Vodafone, Pirelli ed altre importanti aziende internazionali. Il motore, attualmente in versione beta e disponibile soltanto in lingua inglese, permetterà a chiunque di porre domande del tipo: “what is the capital of Italy?“, “what is the population of Genova?“, “do really cats eat mice?” (”i gatti mangiano davvero i topi?”) e così via, fornendo risultati pertinenti in risposta.

Ponendo domande come queste, in linguaggio comune, il sistema recupera solamente i contenuti opportuni dai testi dell'enciclopedia precedentemente indicizzati e analizzati. L'indice dei contenuti di AskWiki, infatti, costituisce una vera e propria mappa concettuale: contiene i concetti con i relativi significati, e di conseguenza le relazioni di senso fra tutte le voci di Wikipedia. Quando un utente fa una domanda, il sistema identifica qual è l'informazione cercata e la estrae dalla mappa concettuale.

Una ricerca non più basata su keywords dunque (pare che si spenda solo il 5% dell’ intera permanenza sul motore di ricerca per ideare le parole chiave da cercare), ma su domande tranquillamente rivolgibili ad un essere umano.

Il livello di accuratezza, inoltre, sarà costantemente incrementato sia grazie alle valutazioni degli utenti sulle risposte ricevute, sia soprattutto sfruttando le capacità di auto-apprendimento del software. La rete semantica e il thesaurus alla base della tecnologia di Cogito, infatti, individueranno nel tempo nuove relazioni di significato fra i termini ricercati e le informazioni contenute nell'immensa enciclopedia online. AskWiki ha l'obiettivo di unire le potenzialità di uno dei più grandi depositi di informazione al mondo, con quelle della ricerca "intelligente".

Le prospettive immediate di questo progetto sono quelle di permettere un accesso più semplice e approfondito alla conoscenza presente su Wikipedia, ma si fa anche un importante passo avanti verso l'analisi semantica dell'intera Rete e della conoscenza, affrontando la sfida del cosiddetto Web Semantico sotto un punto di vista spesso trascurato anche dai suoi stessi ideatori.

Il "Semantic-Web" come concepito dai suoi padri (tra i quali Tim Berners Lee), è tuttora rallentato dalla difficoltà di diffusione dei nuovi linguaggi di marcatura, spesso complessi e poco duttili. Analizzando direttamente il senso delle domande e delle frasi, si riesce a superare questa difficoltà usando un approccio differente: quello dell'analisi della lingua, che contiene nativamente in sé infiniti "tag grammaticali" (le regole) e ontologici.

Le risorse temporali e finanziarie da impegnare per rendere AskWiki un prodotto in grado di influenzare realmente il Web sono certamente molte e complesse, come è assai difficile prevedere se un progetto simile attirerà realmente l'interesse degli utenti, vista l'agguerrita concorrenza. Ma i risvolti futuri collegati ad "AskWiki" sono immensi e quantomeno affascinanti, poiché interessano molteplici ambiti: dall'economia, al marketing, all'intelligenza artificiale, solo per citarne alcuni.

sabato 1 dicembre 2007

The Apple Lounge ti regala l'iPhone: operazione di marketing geniale?

Stamattina, navigando sul web mi sono imbattuto in questo articolo: http://www.theapplelounge.com/iphone/the-apple-lounge-regala-un-iphone/. Sarà perchè sono un pò diffidente per natura ma l'idea che qualcuno si metta a regalare l'oggetto cult dell'anno a tutti quelli che mettono un link all'iniziativa mi è subito sembrata un pò strana. Tanto più che suggerivano anche di abbonarsi al feed per restare aggiornati sull'estrazione del vincitore.

Mi spiego meglio: se ogni persona inserisce il link al loro sito il blog sale automaticamente nelle classifiche (technorati, blogbabel ecc...) acquista un'enorme visibilità e la notizia diventa in pochi minuti tra le più lette della rete portando ad aumentare vertiginosamente il numero dei lettori. Poi chi assicura che la spedizione dell'oggetto sia avvenuta davvero? Chi controlla? Non c'è nemmeno una premiazione ma te lo mandano a casa...

E tutti i bloggers lì ad affanarsi per conquistare la simpatia degli autori del sito...cercando di fare l'articolo più originale sull'argomento...In questo caso ci troveremmo di fronte ad una campagna di web marketing assolutamente geniale...
Comunque per chi fosse interessato ecco le regole del "concorso":

1) L’iPhone verrà SORTEGGIATO in data da definirsi tra tutti i blog e siti che ci avranno linkato entro la mezzanotte del 10 Dicembre. (Vi consigliamo comunque di iscrivervi al feed, per ricevere comunicazioni al riguardo). Comunicheremo la data dell’ estrazione al termine del periodo di iscrizione. State tranquilli, avrete tutto il tempo di metterlo sotto l’albero!
Per partecipare al sorteggio dovrete scrivere un post che parli di questo contest. Nel pezzo dovrete inserire un link a questo articolo, utilizzando da qualche parte la formula che appare sul blog Apple lounge.

2) Fatto questo vi basterà inserire un commento qua sotto con il link al vostro post, per permetterci di iscrivervi all’estrazione dell’iPhone

3) Non saranno ammessi al concorso tutti quei blog creati ex-novo al fine di partecipare all’estrazione dell’iPhone (cioè creati da meno di una settimana). Sono accettati articoli da microblogging (tumblr, meemi, ecc.) solo se è effettivamente un primo blog e non ne avete un altro come principale.

4) Al termine del sorteggio, verrà comunicato e contattato il vincitore che dovrà fornire un indirizzo di posta ordinaria al quale recapiteremo l’iPhone con un corriere a nostre spese
5) L’iPhone è di provenienza americana, l’acquisto è avvenuto in uno Store autorizzato Apple, al vincitore sarà consegnata anche la ricevuta di pagamento che è valida come garanzia. L’iPhone è perfettamente integro
6) Questa iniziativa e il nostro sito sono privati e totalmente scollegati dalla società Apple Inc., dai suoi marchi e dai suoi punti vendita.

Per saperne di più: Contest iPhone

Alla prossima...

giovedì 22 novembre 2007

Ecco come vivremo nel 2030

Intelligenza artificiale, robot di plastica e una "super rete" sempre accesa e sempre collegata saranno le caratteristiche della nostra vita quotidiana nel 2030, visto che la crescita esponenziale dello sviluppo tecnologico modifica radicalmente molti aspetti della vita umana. L’essere umano potrebbe vivere fino a 130 anni.

Queste sono soltanto alcune delle sensazionali rivelazioni di un importante rapporto presentato ieri a Bruxelles. Scritto da Ray Hammond, futurologo e scrittore di fama mondiale, The World in 2030 dà un’idea di quella che sarà la vita in quel periodo e del ruolo che la tecnologia giocherà nei prossimi venticinque anni.

L’obiettivo di questo rapporto, commissionato da PlasticsEurope, è quello di individuare le forze trainanti che potranno caratterizzare i prossimi decenni, per poi proiettarle nel 2030. Una cosa è certa: gli enormi cambiamenti di cui siamo stati testimoni dagli anni Ottanta in poi non si fermeranno, anzi subiranno una grossa accelerazione, tanto che per certi versi la nostra vita nel 2030 sarà completamente diversa da quella attuale.
Ecco alcune scoperte di cui parla il rapporto. La potenza dei processori informatici aumenterà ancora più rapidamente, tanto che i computer nel 2030 saranno almeno mezzo milione di volte più potenti di quelli attuali (Legge di Moore). Questi sviluppi prenderanno forma grazie ai progressi della nanotecnologia che utilizza i polimeri nei chip. Entro il 2030, una rete Internet potente abbastanza da accogliere un trilione di dispositivi rendendo possibile il concetto del «sempre acceso, sempre collegato». Le tecnologie Radio Frequency Identification (Identificazione a radio frequenza) e i sensori senza fili consentiranno di localizzare e di controllare costantemente i movimenti di esseri umani, animali, merci e quant’altro. Il controllo elettronico a distanza, gestito da dispositivi e componenti in plastica, permetterà agli elettrodomestici di massimizzare i flussi di energia in qualsiasi momento, con una conseguente riduzione delle emissioni di gas serra.
La "super rete" del futuro permetterà di provare esperienze multisensoriali, inclusa la stimolazione olfattiva e gustativa. Nel 2030 sarà possibile arrivare ad una grande intelligenza artificiale (IA) quando le macchine dotate del software necessario saranno in grado di superare il "Test di Turing", ossia di sostenere una conversazione complessa con un essere umano. Le personalità software entreranno a far parte della nostra vita quotidiana come assistenti personali e compagni virtuali all’interno di dispositivi mobili. Esse impareranno a conoscerci, a provare emozioni e comunicheranno con noi mediante auricolari e segnali inviati alla retina da occhiali speciali. Nel 2030, un miliardo di individui avrà 65 anni o più.

Ci sarà una rivoluzione nel campo della medicina. La mappa del DNA personale, dei farmaci efficaci per la nuova terapia genetica e la ricerca staminale faranno sì che la medicina possa prevenire le malattie e prolungare la vita. Le condizioni atmosferiche nel 2030 saranno molto probabilmente estreme. La soluzione per la crisi energetica sarà quella di sfruttare fonti di energia naturale e pulita (solare, eolica, del moto ondoso e geotermica).
In definitiva, come avete potuto constatare da questo articolo, ci saranno delle vere e proprie rivoluzioni in molti settori, anche se avranno il loro prezzo - es. problemi di natura etica e morale: fino a che punto la scienza guiderà le nostre azioni, influenzerà le nostre esistenze? Sapremo mantenere una certa autonomia o dipenderemo in tutto e per tutto dagli automi? Abbiamo il diritto di cambiare il DNA e quindi il destino dell'individuo? - Spero che voi mi aiuterete a dare una risposta a questi inquietanti interrogativi.

martedì 13 novembre 2007

Mobango, numeri da record

Mobango (http://www.mobango.com/) il social network che permette di pubblicare, convertire, condividere gratuitamente contenuti auto-prodotti fruibili dal telefonino, annuncia oggi di aver superato i 2 milioni di utenti registrati.
La community, nata dalla mente geniale dell'imprenditore Fabio Pezzotti, e ora diffusa in tutto il mondo, mette a disposizione gratuitamente spazio su Internet per archiviare musica, video, foto, giochi e una piattaforma per condividere con gli amici in un “Wap Locker” – un piccolo armadio digitale personale - qualsiasi tipo di contenuto realizzato con il proprio cellulare.

In costante crescita, dal giugno 2007 a questo momento, Mobango ha fatto registrare un incremento medio del 40% fra pagine viste e utilizzo dei servizi integrati nella piattaforma e da ottobre 2007 ha visto, per la prima volta, l'uso delle applicazioni da cellulare superare quello web.

“La crescita di Mobango rispecchia la grandissima produzione di contenuti autonomi che sta avvenendo a livello planetario da parte di appassionati, giovani e non solo, che usano sempre più i cellulari per condividere con amici o gruppi di persone con i medesimi interessi foto, videoclip e altro", ha dichiarato l'amministratore delegato dell'azienda.

A mio avviso nei prossimi anni assisteremo ad una rapida diffusione di applicazioni di questo tipo che ci accompagneranno in ogni momento della giornata. In quest'ottica potremo condividere le nostre emozioni con gli amici semplicemente registrandoci alla community e usufruendo dei preziosi servizi di file sharing come ci trovassimo uno accanto all'altro anche a se siamo a centinaia di km di distanza. Non lasciatevi scappare questa opportunità...mobango vi aspetta!.

martedì 6 novembre 2007

Nuove imprese: la liguria crea il centro regionale per la ricerca e l'innovazione

Cominceranno a Gennaio le attività del “Centro Regionale per la ricerca e l’innovazione”. Lo ha confermato il vicepresidente della regione Liguria Massimiliano Costa, secondo cui il progetto denominato “Nuova” ha tutte le carte in regola per diventare “la sede nazionale della ricerca che fa impresa”.
Si tratta di avviare un polo fieristico nazionale che favorisca il trasferimento tecnologico dai centri di ricerca al mondo della produttività.

Il “Centro” sarà diretto da Giorgio Musso, e nelle speranze di Sebastiano Serico, direttore dell’ISICT (istituto che si occupa di tecnologia della comunicazione), potrebbe veicolare l’immagine di una Liguria potenziale “Silicon Valley Italiana”.
Dalla Regione Liguria arrivano segnali incoraggianti. Costa ha infatti precisato che “Le risorse per lo sviluppo del capitale umano e l’alta formazione arriveranno dal Fondo Sociale Europeo, mentre dal FAS le risorse per nuovi progetti di ricerca a contenuto di ricerca e innovazione tecnologica”. Una parte dei fondi verrà messa a disposizione delle imprese.
Per saperne di più visitate il sito http://www.ricercainliguria.it/lirgw/ricerca/ep/home.do

martedì 30 ottobre 2007

Con 3 Skypephone telefonare è gratis

Avete sempre sognato di telefonare gratis anche con i cellulari? Bene, da oggi sarete accontentati.

Skype e il gruppo di telefonia mobile 3 hanno lanciato un cellulare che permette agli utenti di Skype di telefonarsi via Internet gratuitamente. Si tratta di una rivoluzione assoluta nel mondo della comunicazione mobile. E' la prima volta infatti (almeno in Italia) che il servizio viene integrato nei cellulari.
Questo prodotto rappresenta un ulteriore sviluppo nella partnership tra Skype e 3 e unisce il più potente strumento di comunicazione al mondo, con uno degli strumenti di comunicazione Internet di maggior successo, con l’obiettivo di cambiare in meglio e per sempre il modo in cui le persone interagiscono. 3 Skypephone è un videofonino 3G, completo nelle applicazioni e già pronto all’utilizzo di Skype attraverso il software preinstallato, che consentirà oltretutto di inviare gratuitamente messaggi istantanei.

3 Skypephone è disponibile in Italia, a partire da oggi, nei negozi online Skype (skype.com) e 3 (tre.it) o chiamando il numero 199100700 e, tra qualche giorno, anche nei 5000 punti vendita di 3: lo si può acquistare a 99€ con una Ricaricabile 3, o avere in comodato d’uso a 19€ con una Ricaricabile 3 oppure a costo zero con un abbonamento a scelta tra Zero5 e Zero7 e tra tutti quelli Business.
Il telefono offre i servizi Skype in Italia solo sotto la copertura di 3 (ad oggi pari all’84% della popolazione) e, all'estero, sotto copertura di un operatore del Gruppo 3 (3 Svezia, 3 UK, 3 Austria, 3 Danimarca, 3 Australia, 3 Hong Kong, 3 Irlanda), dove può essere utilizzato per chiamare e chattare come se ci si trovasse in Italia, mentre per le chiamate ricevute è previsto un addebito di 29c€ alla risposta. In tutti gli altri paesi del mondo, vengono applicate le normali tariffe di roaming.

Se non si è già un utente Skype, si può creare un account connettendosi al sito skype.com e scaricando il software gratuito sul computer. In alternativa si può attivare un account Skype direttamente da 3 Skypephone. "Skype ora è veramente mobile. Questo nuovo dispositivo permetterà di effettuare chiamate gratuite tramite Skype verso altri utenti Skype in tutto il mondo quando si è in movimento", ha dichiarato il direttore generale di Skype Michael van Swaaij.

Cosa aspettate? Non perdete altro tempo, fiondatevi nei negozi. Da oggi telefonare è gratis.

martedì 23 ottobre 2007

Legge blog, nuovi confortanti sviluppi. La rete è salva?

una rassicurante notizia riportata anche dall'amico Antonio Lieto su http://rasputinstarec.blogspot.com/2007/10/workshop.html.

In poche parole la nuova legge sull'editoria dovrebbe rimanere invariata per quanto riguarda i blog. Almeno dalle dichiarazioni rilasciate dal Ministro delle Comunicazioni Gentiloni e dall'onorevole Landolfi a un convegno tenutosi ieri all'Università di Salerno.

Ecco il testo: Landolfi considera il ddl Levi-Prodi qualcosa di velleitario: “Non possiamo pensare di regolamentare Internet al pari della Cina, che ha un basso tasso di democrazia interna”, dice. Il Ministro Gentiloni esprime pareri non dissimili: “Un qualsiasi blog, con una partecipazione elevata, non consente forme di controllo tipiche della carta stampata. La definizione riguardante l’iscrizione al Registro degli operatori di Comunicazione lascia diversi gradi di incertezza normativa”.
Secondo il Ministro la situazione dovrebbe restare invariata: obbligo di registrazione soltanto per le testate periodiche on-line; per i blog è impensabile avere un controllo sugli scritti al pari di un direttore di un prodotto editoriale, vista la possibilità di centinaia di commenti al giorno. In questa settimana il Sottosegretario Levi è atteso per un’audizione alla Commissione Cultura della Camera, al fine di sbloccare questa irritante situazione.

sabato 20 ottobre 2007

La fine dei blog?

Il grande fratello prospettato nel libro 1984 da George Orwell è quasi realtà.
Tasse su internet, ecco cosa vuole fare il governo per risanare i debiti. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre, ma non ha ancora ricevuto il benestare dal parlamento. Questo è il contenuto del provvedimento:

La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro. I blog nascono ogni secondo, qualsiasi persona può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video. L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete. Quale ragazzo si sottoporrebbe a questa assurda trafila burocratica per creare un blog? La legge Levi-Prodi obbliga tutti i possessori di un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Dal blog di Beppe Grillo: http://www.beppegrillo.it/2007/10/la_legge_levipr.html
Salviamo internet da questa legge firmando alla pagina http://firmiamo.it/salviamointernet
Cos’ e’ Salviamo internet?

Salviamo internet e’ una petizione creata da Stefano Novelli di Infernet-x.com per salvare i blogger da questa nuovo decreto. Questa petizione, tramite Firmiamo.it, dopo che avrà ottenuto un abbondante numero di firme (almeno 10.000), verrà segnalata ai mass media, siti internet, giornali, telegiornali . In questo modo siamo sicuri che la nostra voce verrà ascoltata. Cerchiamo di salvare uno dei pochi sistemi di comunicazione “non censurati” .

Lasciate una firma su http://firmiamo.it/salviamointernet, facciamo qualcosa di buono per questo Paese.

martedì 16 ottobre 2007

Google Earth e YouTube finalmente insieme

La notizia è di poche ore fa. Un'importante accordo è stato siglato tra Google e YouTube, il portale più frequentato al mondo per la condivisione di video.

L'azienda americana ha fatto sapere che a breve consentirà agli utenti dell'applicazione Google Earth di vedere e ascoltare filmati legati ad una determinata località. Gli utenti del popolare sito dedicato ai video, potranno perfino "localizzare" geograficamente i propri filmati su un planisfero (la georeferenziazione del video avviene infatti al momento dell'upload da parte dell'utente con appositi tag) oppure zoomare su un punto particolare del pianeta e guardare i video inerenti a quel luogo. L’operazione è molto semplice: una volta intrapresa la ricerca basta cliccare sulla cartella “contenuti in primo piano” (in basso a sinistra) che contiene, fra le altre, l’opzione riguardante i filmati.

Ad esempio, gli utenti che hanno intenzione di partire per New York potrebbero visualizzare i video di chi è in fila all'Apple Store del 5th avenue per comprare un iPhone, le registrazioni relative ad un incontro di basket o la diretta di una manifestazione in corso di svolgimento. Già a maggio era stato condotto un esperimento abbastanza simile permettendo ai navigatori di guardare le fotografie messe online da alcuni utenti su Panoramio, anche se in questo caso siamo di fronte ad un notevole salto qualitativo.
Gli unici difetti sembrano risiedere nell'impossibilità di aggiungere informazioni geografiche sul video da parte del fruitore e nella scarsa qualità di alcuni filmati, secondo quanto riferito da un portavoce di Google.

Tuttavia questo servizio deve essere apprezzato soprattutto per i fini che si propone: dare visibilità alle opere architettoniche, ai musei e alle bellezze di un territorio prima ancora che esso sia visitato. Lo scopo finale quindi è quello d’incrementare il turismo, convincendo i possibili clienti a passare da un viaggio virtuale ad uno reale.

sabato 13 ottobre 2007

DevSapiens: un aggregatore di notizie basato su reti neurali

DevSapiens è un'applicazione italiana (attualmente in versione beta) che seleziona i links alle migliori fonti informative (articoli, tutorials, news) della rete offrendo a sviluppatori, power users e amanti dell'Information technology in genere un'esperienza di navigazione senza precedenti.
Il potente motore di DevSapiens scruta il web alla ricerca delle notizie più interessanti, raggrupandole poi in canali tematici. Ad oggi se ne contano 12: Programmazione, Opensource, Linux, SysAdmin, Web Design, Mobile, Hardware, IT World, Intelligenza Artificiale, Robotica, Apple World e SEO. La classificazione dei contenuti è operata da reti neurali supervisionate, il che implica il controllo da parte di operatori qualificati.

L'obiettivo di DevSapiens e' quello di diventare un motore di indicizzazione delle risorse completamente automatizzato basato su reti SBNN (Synthetic Biological Neural Network).
Ciascun canale è diviso in sottocanali per ulteriori specializzazioni della navigazione tematica.
Il servizio è disponibile sia in inglese che in italiano. In futuro ad affiancare lo spider potrebbe esserci una piattaforma collaborativa... intelligenza artificiale permettendo.

sabato 6 ottobre 2007

IBM: ogni paziente avrà il suo avatar

I ricercatori del Laboratorio IBM di Zurigo hanno presentato un nuovo sofware di visualizzazione che permette ai medici di relazionarsi con i dati clinici così come fanno con i propri pazienti, semplicemente osservando il corpo umano. Denominato Anatomic and Symbolic Mapper Engine (Asme), esso utilizza un avatar – una rappresentazione tridimensionale del corpo umano – per consentire ai medici di visualizzare le cartelle dei pazienti in maniera totalmente innovativa, rintracciando le informazioni desiderate con un semplice click.
È come Google Earth per il corpo umano "ha spiegato Andre Elisseeff, che guida i progetti sanitari nel Laboratorio di Zurigo. "Nella speranza di accelerare il passaggio alle cartelle cliniche elettroniche, abbiamo cercato di rendere le informazioni facilmente accessibili per gli operatori sanitari, associando i dati medici alla rappresentazione visiva, e semplificando così al massimo l'interazione con i dati che possono contribuire a migliorare l'assistenza ai pazienti".
Ad esempio, oggi quando un paziente si reca in un ambulatorio e lamenta un dolore al torace, il medico gli chiede di ricordare quali sono stati i disturbi o le malattie precedenti, esegue dei test e conduce un esame visivo e fisico per accertare eventuali patologie. Successivamente il medico dovrà sfogliare pile di documenti cartacei ma, con tutta probabilità, non avrà accesso all'anamnesi completa del paziente.
La soluzione prospettata dall'IBM mette in condizione i medici di "cliccare" su una particolare sezione dell'avatar, ad esempio il cuore, e vedere all'istante tutta la storia clinica e le informazioni disponibili relativamente al cuore di tale paziente: documenti di testo, risultati di laboratorio e immagini mediche, radiografie, elettrocardiogrammi e risonanze magnetiche.
Se il medico fosse interessato soltanto ad una parte precisa del cuore, attraverso la funzione di zoom, potrà restringere i parametri di ricerca temporalmente o utilizzare altri criteri.
L’ASME si avvale di SNOMED, la nomenclatura sistemizzata della medicina che racchiude 300 mila termini medici, per creare un ponte che connetta le informazioni grafiche ai documenti di testo. E’ facilmente intuibile come il risultato di questo studio rappresenti solo l’inizio di un processo di informatizzazione dei dati medici che crescerà nel tempo contando principalmente sulla buona volontà e la collaborazione di tutto il corpo medico.
Pensate all'utilità di un grande database fruibile da ogni ospedale o ambulatorio in modo da avere sempre a disposizione le vostre informazioni mediche e a quanti errori piuttosto grossolani, come spesso succede per mancanza di conoscenza delle situazioni pregresse, si potrebbero tranquillamente evitare.

Impiegando strumenti avanzati di apprendimento automatico e di modellazione tridimensionale, i ricercatori IBM hanno superato sfide tecniche come l’integrazione di fonti di dati eterogenee e di informazioni di testo complesse – i cosiddetti dati non strutturati – e sono in grado di collegare tali dati al modello anatomico in modo significativo e facilmente utilizzabile. ASME è il risultato di una collaborazione tra la forza vendita della IBM Danimarca e il team di Ricerca IBM.
I progressi tecnologici stimolano grandi rivoluzioni nelle terapie e nell’assistenza medica, ma le cartelle cliniche di oggi non sfruttano appieno le risorse disponibili. Le cartelle dei pazienti sono statiche, spesso sono costituite da dati non strutturati scritti su carta o da informazioni di testo archiviate in vari database. Nell’uno o nell’altro caso, la documentazione fornisce frammenti di informazioni eterogenee su diagnosi e malattie e ottenere un’anamnesi affidabile è una sfida colossale.
Ma cosa succederebbe se un sistema potesse riunire tutti questi frammenti statici e produrre un’immagine dinamica e completa dello stato di salute del paziente in tempo reale? E se tale sistema potesse fornire queste informazioni in modo intuitivo e facile da usare? Con questo progetto, i ricercatori IBM hanno raggiunto il loro scopo: ASME consente infatti di navigare attraverso una mappa virtuale il corpo umano, con un approccio semplice e intuitivo.
Per far questo, ASME integra semanticamente le informazioni provenienti dall’IBM Health Information Exchange - la piattaforma disegnata da IBM per la condivisione elettronica dei dati sanitari - con un modello 3D dell'individuo. Cosa ci riserva il futuro? Per saperlo non ci resta che aspettare la prossima mossa dell'azienda di Redmond.

mercoledì 3 ottobre 2007

3D Face Recognition Systems

This article deals with the use of information technology sources to fight the crime.

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sabato 29 settembre 2007

Un solo grido dai blog italiani. Libertà per la Birmania (Myanmar)

Aggiungete questo post e questa immagine al vostro blog!

Nota: questo è un nuovo tipo di protesta on-line che usa i blog per diffondere una petizione a livello globale. Per partecipare, aggiungi il tuo blog seguendo le istruzioni che troverai in questo post. Questa non è una questione di partiti politici, questo è un problema di diritti umani basilari e democrazia.

Per piacere aiutate a prevenire una tragedia nella Birmania/Myanmar aggiungendo il vostro blog e chiedendo ad altri di fare lo stesso. Facendo circolare questo meme attraverso la blogosfera probabilmente potremmo portare più sensibilità sul problema ed evitare una seria tragedia. Come cittadini del mondo, questo è qualcosa che i blogger possono fare per aiutare.

Come partecipare:

1. Copiare questo intero post nel tuo blog, compreso questo numero: 1081081081234;

2. Dopo alcuni giorni puoi cercare con Google il numero 1081081081234 per trovare tutti i blog che partecipano a questa protesta e petizione. Nota: Google indicizza i blog a differenti livelli, per cui è possibile che ci voglia più tempo perché il tuo blog appaia tra i risultati. Indipendentemente dalla traduzione il numero rimane identico e perciò valido.

La situazione nella Birmania/Myanmar e perché ci riguarda tutti. Non c’è libertà di stampa nella Birmania/Myanmar e il governo ha incominciato a bloccare Internet e altri mezzi di comunicazione, per cui è difficile ottenere le notizie dall’esterno. Singole persone sul campo stanno mandando i loro comunicati alla BBC e sono sconcertanti.

Vi incoraggio a leggere questi resoconti per vedere da voi quello che sta succedendo nella Birmania/Myanmar (in inglese). Qui, invece, le notizie raccolte da Google in italiano sulla Birmania. La situazione nella Birmania/Myanmar è sempre più pericolosa. Centinaia di migliaia di protestanti pacifici e disarmati, compresi monaci e monache, stanno rischiando le loro vite marciando per la democrazia contro una dittatura impopolare, ma ben armata che non si fermerà pur di continuare il suo dominio repressivo. Mentre i generali al potere e le loro famiglie sono letteralmente grondanti di oro e diamanti, la popolazione della Birmania/Myanmar è impoverita, privata dei diritti umani basilari, tagliata fuori dal resto del mondo e sempre più sotto la minaccia della violenza.

Questa settimana la popolazione della Birmania/Myanmar si è sollevata collettivamente nella più grande dimostrazione pubblica contro la dittatura militare dominante da decenni. È una dimostrazione di coraggio, decoro e democrazia attiva sorprendente. Ma nonostante queste proteste siano pacifiche, i despoti militari stanno incominciando a reprimerle con la violenza. Ci sono già state almeno alcune morti confermate, e centinaia di feriti gravi causati dagli scontri tra soldati e cittadini disarmati.

Il numero attuale di vittime e feriti è probabilmente di gran lunga peggiore, ma le uniche notizie che abbiamo vengono da singole persone che riescono a far passare i loro resoconti attraverso il cordone imposto dalle autorità. Sfortunatamente sembra che presto potrà esserci un bagno di sangue su larga scala, e le vittime saranno per lo più donne, bambini, gli anziani e i monaci e monache disarmate.

Contrariamente a quello che i governi birmano, cinese e russo hanno affermato, questo non è solo un problema di politica interna, è un problema di importanza globale e colpisce la comunità globale. Come cittadini interessati non possiamo permettere che qualunque governo, in nessun luogo al mondo, usi la sua forza militare per attaccare e uccidere cittadini disarmati che stanno dimostrando pacificamente.

In questi tempi moderni, la violenza contro civili disarmati non è accettabile e se è permesso che accada, senza serie conseguenze per i suoi perpetratori, questo crea un precedente perché succeda ancora da qualche altra parte. Se vogliamo un mondo pacifico, spetta ad ognuno di noi opporre resistenza personalmente contro questi problemi fondamentali, dovunque essi si presentino.

Per piacere unitevi a me nel chiedere al governo birmano di negoziare pacificamente con i suoi cittadini, e alla Cina di intervenire per prevenire ulteriore violenza. E per piacere, aiutate a sollevare l’attenzione degli sviluppi della Birmania/Myanmar così che sia possibile evitare un disastro umano su larga scala.Grazie.

martedì 25 settembre 2007

Free Open Source Software: nuova opportunità per il business?

Ormai viviamo in una società in cui la condivisione della conoscenza è diventata parte integrante del nostro modo di essere. Dalla musica al software, dai video alle immagini, tutto sembra a disposizione degli utenti su Internet e per di più a costo zero. Ad esempio il programma di tipo free/open source (FOSS) Firefox, distribuito gratis (e legalmente) on line, ha raggiunto una diffusione planetaria, facendo preoccupare persino colossi come Microsoft e IBM.

Tuttavia, il fenomeno è molto più complesso di quanto sembri, pochè coinvolge vari "attori" (in primis le imprese e la comunità degli sviluppatori di FOSS) che danno vita a dinamiche non sempre facili da analizzare. Il FOSS è una nuova arena che le imprese possono convertire in enormi opportunità di profitto. In uno scenario del genere, tutte le strategie vengono ribaltate. Chiaramente imprese che incentrano il loro business sulla vendita di software "non aperti" trovano una certa difficoltà ad adattarsi a queste novità. Al contrario, imprese con meno investimenti in servizi tradizionali di vendita di software proprietario saranno le prima a cogliere la nuova domanda.

Altro fattore determinante è la tecnologia a disposizione delle imprese. Se il mondo del FOSS si basa su uno spazio aperto, dove l'innovazione è diffusa a costo zero, per le imprese sarà importante essere in grado di assimilare tale prassi. Ciò significa che le imprese con maggiori capacità di assorbimento e sfruttamento delle conoscenze pubbliche sono quelle meglio equipaggiate per creare canali di apprendimento stabile con la comunità.

L'identikit dell'impresa che risulta meglio posizionata per sfruttare sistemi FOSS è presto fatto: un'impresa con ampie conoscenze nel software, il cui business principale non sia il classico software proprietario. E' evidente che questa descrizione può essere applicata ad una rosa molto ristretta di soggetti: imprese di hardware, telecomunicazioni e semiconduttori con solide conoscenze software. E infatti se andiamo a vedere le aziende più attive nella produzione di prodotti basati sul FOSS e nell'interazione con la comunità incontriamo IBM, HP, Novell, Sun. Poche, grandi imprese.
Ma le imprese sono solo una faccia della medaglia. Spostando l'attenzione sulla comunità, la domanda centrale cui è doveroso fornire una risposta è relativa alle motivazioni che spingono migliaia di sviluppatori a distribuire il prodotto delle loro fatiche senza chiedere alcun compenso monetario. Vari studi empirici (es. i questionari FLOSS-EU e FLOSS-US) e teorici hanno provato a rispondere a questo quesito. Sono state riconosciute due principali categorie di incentivi che intervengono a sostenere l'attività degli sviluppatori: gli incentivi estrinseci (aspettative di guadagni futuri ottenibili dall'accresciuta reputazione, uso del particolare software sviluppato, ...) e quelli intrinseci (incentivi tipici dei movimenti sociali e della spinta psicologica alla creatività, al senso della sfida, ...). Nella realtà non si osserva alcun modello puro. Le due componenti, diversamente importanti in luoghi, tempi e per individui diversi, viaggiano di pari passo.

Questo vuol dire che nessuna impresa può pensare di intrattenere un rapporto con la comunità basato solo sulla dimensione estrinseca delle motivazioni. Il costo sarebbe la costruzione di una relazione vuota con la comunità, e di conseguenza l'impossibilità di catturare le sue immense energie. L'elemento intrinseco ha quindi un'importanza strategica fondamentale. D'altronde, proprio perché è collegato ad una dimensione personale, parzialmente "fuori" dal controllo di imprese, le politiche da costruire in questo caso non possono avere carattere di "indirizzo" ma devono essere "abilitative": invece di cercare di dirigere la comunità, devono agire sui limiti spaziali entro cui essa si muove, allo scopo ampliarli.

La presenza di due soggetti innovatori (imprese e comunità) potrebbe favorire la diffusione di tecnologie con usi estesi a più settori. Quest'ultime sono considerate come una delle principali fonti di crescita economica duratura. Ma proprio a causa del fatto che queste tecnologie si "spargono" e vanno a premiare tutta una serie di attori non direttamente collegati con l'innovatore, non è semplice per le imprese recuperare i capitali investiti per realizzarle. Difficilmente qualche impresa sarà portata ad investire su questo tipo di tecnologia.
Il modello FOSS rappresenta un'alternativa a questo stato di cose, dove la comunità produce innovazioni (come il software) che possono poi essere adattate dalle imprese nei loro singoli settori, aumentando il livello di sperimentazione, salvaguardando l'accesso continuo al bene pubblico che è il software. Un esempio di questa convivenza è l'industria del software embedded, con l'esistenza di standard aperti come LonWorks®, che è uno degli strumenti più ricercati nell'ambito del controllo remoto. Qui alcuni individui contribuiscono all'ampliamento e al miglioramento del bene comune, traendo profitti dall'utilizzo locale nell'industria in cui operano.

Per concludere sottolineiamo che non è possibile immaginare di preservare o espandere il modello FOSS se non ci si impegna a tutelare anche l'ambiente comunitario che innerva quel modello. In questo caso lo sviluppatore non ha solo il compito di adottare un'accorta politica dei diritti proprietari, ma più generalmente deve costruire ambienti in grado di ospitare -se non addirittura ''incubare''- le comunità.

Il grande merito del FOSS è però quello di ''sciogliere'' i confini tra il settore del software e gli altri mercati attigui, e sostituire il regime tipico di questo mercato con un diverso tipo di regole concorrenziali. Come la comunità possa reagire a questa mutazione, è ancora una domanda molto aperta.

martedì 18 settembre 2007

Wikinomics: verso un'economia fondata sulla collaborazione

Si è tenuto a Berlino il 10 ed 11 Settembre, l'IDC European It Forum, per fare il punto sullo stato dell'arte delle nuove tecnologie in Europa e del loro impatto sul mondo del lavoro futuro.
Dal convegno è emerso che l'internet di seconda generazione (il cosiddetto Web 2.0), che si appresta a raggiungere la sua terza fase, inizia a modificare sensibilmente l'economia mondiale con paradigmi figli della maturazione delle generazioni di navigatori, dei sempre più sofisticati strumenti software utilizzati e della sempre maggiore velocità con cui le informazioni si diffondono in Rete.

La collaborazione di massa, la nascita di reti sociali, lo scambio peer-to-peer, le licenze di copyleft, hanno dato vita a fenomeni rivoluzionari quali l'Open Source, che ha modificato l'economia del software e Wikipedia, l'enciclopedia online creata dagli stessi utenti.
Una delle voci più autorevoli che si è distinta durante il meeting è stata quella del professor Don Tapscott divenuto famoso in tutto il mondo negli ultimi dodici mesi per il suo libro best seller Wikinomics, distribuito da poche settimane anche in Italia. Nel testo, per certi versi assolutamente rivoluzionario, Tapscott prevede un forte cambiamento nel prossimo futuro per il lavoro di tutti noi, con Corporations sempre più "aperte" all'esterno e dove ai tradizionali lavori e lavoratori si aggiungeranno nuove figure e nuove professioni che oggi ancora non esistono.
Ma cosa si intende esattamente per Wikinomics? E' lo stesso professore a fornire una risposta:

"La Wikinomics è la teoria e la messa in pratica della nuova collaborazione di massa. Wiki si riferisce al software che dà oggi la possibilità ad una incredibile moltitudine di persone di aggiungere e modificare documenti su Internet, ma è diventata una metafora per indicare la collaborazione che avviene su scala "astronomica" oggi nel nostro mondo grazie ad Internet. Si può realizzare un'enciclopedia collaborando assieme a milioni di persone che non si conoscono così come implementare nuovi Software, senza muoversi dalla scrivania.
In quali settori potrà essere applicata questa teoria? Tapscott ne individua alcuni: "Possiamo vedere esempi in tutte le attività economiche senza distinzioni.
I giovani di oggi sono spesso all'avanguardia ma sono persone che considerano il Web 2.0 non come nuova tecnologia ma come l'aria che si respira - un elemento trasparente ma indispensabile della nostra vita, è come il frigorifero o l'automobile per la generazione dei baby boomers, oggi nessuno più si stupisce dell'uso di tali tecnologie! Possiamo avere applicazioni della Wikinomics in tutti i settori, Finanza, Assicurazioni, Media, penso a Google ed altri Conglomerati Digitali che hanno già reso le loro organizzazioni compatibili con il Web 2.0 ma è un fenomeno che andrà a diffondersi in ogni area economica".

Questa logica innovativa è destinata a pervadere l'economia e a rivoluzionare l'organizzazione aziendale, avviando nuove forme di partecipazione dei dipendenti nei confronti del business. "E' proprio nel cuore delle aziende che si iniziano queste rivoluzioni; basti pensare che i primi produttori di software collaborativi sono stati le imprese che hanno testato questi sistemi al loro interno, verificando un notevole incremento di produttività, prima di poter esportare tali metodi all'esterno. Ricordiamo ad esempio Google, ma anche Sun, IBM, Yahoo o Microsoft".
Secondo Tapscott in futuro le Corporations non spariranno, ma ad esse si affiancheranno nuovi modelli di business. "Nei prossimi 20 anni, assisteremo a grandissimi cambiamenti nel mondo del lavoro che non sono stati osservati probabilmente negli ultimi 50. Il tasso di mortalità e trasformazione delle aziende aumenterà rapidamente a favore di nuove realtà che stanno sorgendo in questo periodo.
E aggiunge: "la classifica di Fortune 500 fra venti anni sarà ben diversa dall'attuale. Penso ad esempio ai due "continenti" emergenti quali Cina e India che nei prossimi decenni avranno uno sviluppo impressionante, saranno il motore di questa nuova economia e non solo nel campo industriale come tutti noi oggi crediamo, ma soprattutto nei settori nuovi di produzione di idee e conoscenza la cosiddetta Knowledge Economy: già ora la Cina forma ogni anno più ingegneri di tutto il mondo occidentale".

giovedì 13 settembre 2007

La telemedicina diventa mobile

Da oggi prenotare una visita medica specialistica non sarà più un problema, grazie all’aiuto di tecnologie mobili sempre più orientate al benessere e alla salute.
Almeno in campo alimentare, infatti, il telefonino potrebbe trasformarsi in un’utile alleato in fatto di consigli nutrizionali.
La società canadese Myca ha appena lanciato il servizio MyFoodPhone che, per 10 dollari al mese, permette agli utenti di scattare una foto al proprio pranzo e inviarla ai nutrizionisti della compagnia.
Inoltre la medesima azienda sta per lanciare Doctorphone e Babyphone, due applicazioni che offrono a pazienti e genitori la possibilità di tenere videoconferenze istantanee con il medico.

Myca si propone quindi come il pioniere di quella che può essere definita Telemedicina 2.0: lo conferma il successo di MyFoodPhone che da maggio dello scorso anno è stato utilizzato da oltre 5 mila persone le quali ogni due settimane ricevono video-email con suggerimenti nutrizionali personalizzati.
I due nuovi servizi Doctorphone e Babyphone, ancora in fase sperimentale, hanno mire un po’ più ambiziose: entrambi consentono agli utenti di collegarsi in videoconferenza con un team di medici e infermieri selezionati a cui possono comunicare il battito cardiaco, la temperatura e altri dati che vengono archiviati per i futuri controlli.

sabato 8 settembre 2007

Vola con Google Flight Simulator

Un solo, semplice comando: Ctrl+Alt+A e sarete subito in volo. Non è uno scherzo ma l'ultima, entusiasmante, trovata di Google. Con una piccola combinazione di tasti, una volta entrati in Google Earth (versione 4.2) sarete in grado di pilotare l'aereo dei vostri sogni.
Al momento sono disponibili soltanto due modelli, l'ultramoderno "Viper" F16 e il turistico SR22 ma tutto lascia presagire che presto il loro numero crescerà decisamente.

La seconda scelta da compiere è relativa al contesto di volo: si può selezionare un aeroporto specifico oppure sorvolare la zona preferita. State molto attenti però: come in un videogioco, quando per errore ci si schianta al suolo l'immagine sfuma ed occorre ripartire da capo.
Il vero punto di forza di questa applicazione risiede altresì nell' interfaccia per controllare il volo. Semplici indicazioni segnalano inclinazione, altitudine ed altri parametri: il tutto è controllabile tanto con le combinazioni di pulsante pubblicizzate, quanto con il mouse direttamente sulla schermata. Potete ruotare la vista del pilota, gestire la manetta, modificare i flap, il timone di coda, il carrello di atterraggio il freno, e tutto quello che c’è in un simulatore.
E' anche possibile optare per il joystick, sebbene il pilotaggio risulti leggermente più difficile. Un ulteriore vantaggio deriva dalla totale gratuità del programma. Il download è offerto sul sito ufficiale del servizio e occupa appena 12.7 Mb.
Per maggiori informazioni visitate il sito: http://earth.google.it/

mercoledì 5 settembre 2007

Come insegnare ai computer a vedere

Tommaso Poggio,
neuroscienziato e "Eugene Mcdermott Professor" al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston che si occupa di progetti dedicati alla visione dei computer - come quelli per lo sviluppo dei sistemi ingegnerizzati per il riconoscimento dell’immagine - ha sempre creduto che la distanza tra "computer science" e le neuroscienze fosse incolmabile.

Fino a quando, circa un anno fa, la sua prospettiva è cambiata di colpo e in maniera radicale: il punto di svolta è stata una scoperta sorprendente; un modello preliminare, su cui stava lavorando da cinque anni che applica le conoscenze sulla corteccia visiva e si è rivelato addirittura migliore dei più efficienti sistemi ingegnerizzati per alcuni compiti di riconoscimento di immagini naturali estremamente complesse. Un risultato che lo ha convinto ad investire tempo ed energie nella comprensione di come la corteccia visiva del cervello identifica gli oggetti e le scene.

Cerchiamo di descrivere il suo approccio innovativo:
Il sistema visivo umano individua rapidamente e senza sforzo un gran numero di oggetti nell’ambiente naturale. In particolare è in grado di categorizzare immagini come i volti e poi identificarli uno a uno. Tuttavia questa capacità - fondamentale nella visione dei computer - è di difficile applicazione per le macchine ed è considerata un problema computazionale di non facile risoluzione.

Grazie alla ricerca sui primati svoltasi nell’ultimo decennio si hanno molti dati sui meccanismi corticali del identificazione che sembrano confermare e approfondire una serie di teorie ormai condivise della neuropsicologia. E, se queste sono le informazioni, che cosa possiamo dire della nostra comprensione attuale del riconoscimento visivo? Siamo liberi insomma di sviluppare una teoria che ci conduca a un modello in grado di far processare le immagini a un computer proprio come fa il nostro cervello?

Uno dei primi modelli di riconoscimento visivo degli oggetti è stato il «Neocognitron» di Fukushima nel 1980 ed è servito di base per la teoria più recente: questa, a sua volta, è il prodotto di numerose simulazioni al computer che tentano di mettere insieme un gran numero di dati sia anatomici sia fisiologici.
Un approccio del genere unifica livelli diversi di analisi, dalla computazione alla psicofisica, fino alla fisiologia e all’anatomia. Il risultato più interessante è che il modello ottenuto funziona meglio di molti dei più recenti sistemi di «computer vision» destinati a compiti di riconoscimento di immagini naturali. La sua caratteristica vincente è di avere un comportamento simile a quello di una persona che deve catalogare immagini molto velocemente e senza l’ausilio di movimenti oculari, rispondendo con lo stesso livello di correttezza e persino facendo errori sulle stesse immagini.

"Purtroppo però siamo ancora lontani dal risolvere l'intricato enigma della visione", dice Poggio, "in quanto essa va al di là del semplice riconoscimento degli oggetti e la corteccia visiva del cervello è molto di più di una semplice area dedicata alle funzioni della visione stessa".

"Inoltre nella sua forma attuale il modello non è in grado di replicare la visione normale di tutti i giorni, che richiede i movimenti oculari e una serie di processi di attenzione che vengono mediati da diverse aree cerebrali".

Ora la questione aperta è se nei prossimi anni si potranno estendere questi risultati promettenti, creando una teoria completa della visione. L’approccio richiede i diversi contributi della fisiologia, della psicofisica, del fMRI (le immagini a risonanza magnetica) e anche delle ricerche sull’Intelligenza Artificiale. Il progetto dovrebbe portare non soltanto a comprendere una parte importante del nostro cervello, ma anche a costruire macchine che imparano a vedere. Ciò potrebbe significare che è arrivato il momento per l’Intelligenza Artificiale di farsi guidare dalle scoperte delle neuroscienze.

lunedì 3 settembre 2007

Il ritorno di mister web: così cambia la rete

Desidero fare un omaggio al grande Franco Carlini, scomparso in questi giorni, pubblicando il suo ultimo articolo apparso lo scorso 30 Agosto sul Corriere, in cui analizza il futuro di Internet:
È sempre lui, Tim Berners-Lee, ormai baronetto inglese, il più visionario del web. Fu lui, nei primi anni ' 90, a inventarne il protocollo che lega una pagina all' altra, attraverso appositi link immersi nei testi, in una «ragnatela grande come il mondo», il world wide web, appunto. E fu lui a sognare un mondo di conoscenze interconnesse e di idee condivise. La qual cosa sta appunto concretamente avvenendo, in quell' ambiente tanto virtuale quanto reale che viene chiamato il Web 2.0, la seconda ondata della rete, caratterizzata da una spinta interattività delle pagine: quello che ieri si leggeva soltanto, ora è possibile commentarlo, arricchirlo.

Le notizie e le conoscenze sparpagliate per il pianeta così diventano pubbliche (vengono «pubblicate») e ognuno può essere autore. Ognuno secondo la sua competenza, autorevolezza o frivolezza. C'è chi fa il suo diario personale - un blog - per raccontare agli amici l' ultima serata in pizzeria; chi compila testi per l' enciclopedia Wikipedia, ormai un robusto repertorio di informazioni di base con quasi 2 milioni di voci; ci sono milioni di persone che depositano il proprio profilo personale sui social networks come MySpace, Facebook, o in Italia Dada.net (società partecipata dal gruppo editoriale Rcs, editore di questo giornale). O ancora nei molti siti per i filmati online, di cui YouTube è solo il più noto, ma non l' unico.

Luoghi di incontri, di relazioni tra lontani, ma anche tra compagni di scuola o di ufficio. La passione per le sigle numeriche, fa sì che già da tempo si parli del web 3.0, la cui definizione peraltro è assai confusa. Secondo il buon Tim la sua caratteristica sarà di essere un web semantico, e cioè capace di estrarre automaticamente i significati dalle frasi e dalle parole, di modo che la ricerca e la connessione tra le idee possa essere in larga misura automatizzata, da macchina a macchina, ma per aiutare meglio gli umani a fare quella cosa che a loro piace assai: chiacchierare, conversare, godere del piacere di un dialogo, frivolo o serio che sia. E conversando produrre collettivamente idee nuove: la «sapienza delle masse», come descritta nell' omonimo libro dal saggista americano James Michael Surowiecki: quella che emerge dal basso e si consolida in punti di vista condivisi.

La nuova ondata è partita sull' onda delle intuizioni dei giovani vecchi come Berners-Lee (52 anni), Vinton Cerf (64), Ray Ozzie di Microsoft (52), ma ha trovato altri protagonisti che le hanno fatte proprie, realizzate e magari trasformate in imprese di successo finanziario. Oltre alle famosissime coppie di Stanford che inventarono Yahoo! (Jerry Yang e David Filo) e Google (Larry Page e Sergey Brin), come non esprimere un sentito ringraziamento a quelli del software aperto, a cominciare dal finlandese Linus Torvalds? E a quelli delle connessioni «da pari a pari» tra computer (p2p), come l' inventore del popolare software Bit Torrent, Bram Cohen. Per non dire dell' instancabile coppia fatta da Niklas Zennstrom, svedese, e Janus Friis, danese, che nel loro curriculum di trentenni hanno all' attivo Kazaa (scambio di file musicali), Skype (telefonia via Internet) e di recente Joost, una web tv anch' essa p2p.

Tra i giovanissimi l' invidia e l' ammirazione andranno soprattutto a Mark Zuckerberg, 23 anni, e a Jon Lech Johansen, 24. Il primo si è inventato il social networks oggi più di moda, Facebook, inizialmente destinato agli studenti dei college, ma ora esploso a scala mondiale; lo gestisce insieme con le sorelline, ha rifiutato sdegnosamente offerte miliardarie da Viacom e Yahoo!. Sembra divertirsi e forse progetta di andare in Borsa da solo. Quanto al norvegese Johansen, è soprannominato «DVD Jon» perché fu il primo a scardinare i sistemi di protezione anticopia dei DVD. Cercarono di processarlo sostenendo che la sua era violazione grave del copyright, ma venne assolto e tuttora continua nelle sue «malefatte»; l'ultima impresa è stata di dimostrare come i nuovi cellulari della Apple, iPhone, potessero essere sganciati dal fornitore cellulare At&t e liberamente attivati, indipendentemente dall' abbonamento.

È uno di quei casi in cui la tecnologia digitale e di rete mostra tutta le sue potenzialità di «distruzione creativa», scuotendo modelli e business consolidati e costringendo tutti a ripensare se stessi e il proprio modo di operare, reinventandosi. Gli effetti si fanno sentire anche nella vita civile e politica, dove le «caste» ormai devono fare i conti e confrontarsi con il caos creativo che li investe dal basso. In questo caso il processo è più lento, perché grandi sono le inerzie, ma gli scossoni si avvertono, persino nel mondo politico italiano, sia pure tra ingenuità e contraddizioni. Non abbiamo ancora la nostra Arianna Huffington, che gestisce l' omonimo blog politico, tra i più influenti, né il nostro Markos Moulitsas Zuniga di DailyKos, ma il sentiero è segnato ed è buono per la democrazia, virtuale e soprattutto reale.

Franco Carlini
30 agosto 2007

mercoledì 29 agosto 2007

Interface Research Program: la mente non ha più confini

Lo scienziato americano Peter Brunner, senza muovere un ciglio, inizia di colpo a scrivere un messaggio – lettera per lettera – su di uno schermo gigante sopra di lui. “B - O – N – J – O – U - R” affidandosi al solo potere della mente, di fronte ad una platea meravigliata di francesi, di scienziati e di curiosi, durante la quattro giorni di “European Research and Innovation Exihibition” tenutasi di recente a Parigi.

Brunner e altri 2 colleghi del centro di ricerca parigino, finanziato dal governo americano (Wadsworth Center Albany di New York), hanno dimostrato che una “interfaccia di computer mentale” (BCI- brain computer interface) è una tecnologia impressionante, che digitalizza i segnali emessi dal cervello come impulsi elettrici – raccolti da degli elettrodi – a scelta del convenuto. "Senza ricorrere ai nervi o ai muscoli, BCI può provvedere al controllo e alla comunicazione per la gente totalmente paralizzata e incapace di parlare o di muoversi, spiega la ricercatrice Theresa Sellers, anche lei da Wadsworth".
La dottoressa stima che all'incirca 100 milioni di potenziali utilizzatori di BCI useranno la tecnologia nel mondo, inclusi 16 milioni di sofferenti di paralisi cerebrale, una malattia degenerativa del cervello, e almeno 5 milioni di vittime di rottura del midollo spinale. Cui vanno sommate 10 milioni di persone completamente paralizzate da infarti cerebrali.
Questo risultato arriva dopo dieci anni di tentativi per capire come tradurre i pensieri in azioni concrete attraverso l'ausilio del computer. Nonostante sia stato brevettato solo recentemente, esso sembra costituire la risposta più efficace per tutte quelle persone intrappolate in un corpo che non risponde più agli stimoli.
Possibili applicazioni si estendono oltre le parole scritte, al movimento fisico – "è solo questione di tempo"- dice Sellers, prima che la stessa tecnologia venga impiegata per far funzionare le ruote motorizzate delle sedie a rotelle. “Possiamo già farlo, ma ci sono ancora dei problemi complessi, e per il momento sarebbe rischioso", afferma la ricercatrice.
La particolare interfaccia è basata su algoritmi che analizzano le onde cerebrali (per mezzo di un casco pieno di elettrodi), identificando i picchi di attività che corrispondono ad un sforzo mentale abbastanza intenso. Ogni volta che il dottor Brunner si concentra sulla B di « Bonjour », su una tastiera con una griglia di lettere e simboli che prendono metà dello schermo, un computer analizza e mette in luce linee di caratteri in successione rapida.
Potrebbe sembrare poco pratico, ma per qualcuno che è paralizzato potrebbe rappresentare una scoperta sensazionale per migliorare la propria qualità di vita. Ad esempio, scrivere lettere, comunicare con i parenti e gli amici, interagire con il mondo circostante utilizzando semplicemente la tastiera del computer di casa.

venerdì 24 agosto 2007

Con Google Sky alla scoperta dello spazio

Questa volta Google ha superato sè stessa. Dopo averci regalato il software Earth con cui ammirare i bellissimi paesaggi terrestri, ora ci permette di esplorare l'universo. Ciò sarà possibile con Google Sky, l'ultima scommessa dell'azienda statunitense, un programma in grado di rappresentare con un'accuratezza senza precedenti tutte le meraviglie dello spazio.
Da oggi la Via Lattea, la galassia di Andromeda e le nebulose più remote sono per tutti a pochi click di mouse di distanza grazie al nuovo progetto del colosso califoniano.
La novità è stata svelata due giorni fa. Si tratta di un potenziamento del noto programma che fornisce una visuale in 3D della superficie della Terra. Usufruendo della modalità Sky, attivabile selezionando una piccola icona, si può zoomare sulle immagini dettagliate di 100 milioni di stelle e 200 milioni di galassie, avendo l'impressione di muoversi nello spazio più profondo.

Nel progetto c'è anche un pezzetto di Italia. Esso infatti è stato sviluppato dall'astronomo americano Carol Christian e dall'italiano Alberto Conti per il Space Telescope Science Institute di Baltimora, responsabile del telescopio Hubble. Oltre alle immagini del programma finanziato dalla Nasa, Sky utilizza circa un milione di fotografie provenienti da diversi centri di ricerca, tra cui lo Sloan Digital Sky Survey e l'Osservatorio Palomar del California Institute of Technology.
La via dello spazio era già stata intrapresa da Google nel 2006 quando con Google Mars e Google Moon aveva offerto agli utenti la possibilità di un volo virtuale sul pianeta rosso e sulla luna. Iniziative sugellate dallo Space Agreement Act del dicembre dello stesso anno, l'accordo con il quale l'agenzia spaziale degli Usa si è impegnata a fornire a Google le immagini più interessanti raccolte da Hubble. In ogni caso programmi che consentono di visitare l'universo esistono già: open source come Stellarium o software commerciali come Starry Night della Imaginova.
Microsoft comunque non sta a guardare e sta già progettando il World Wide Telescope, sistema simile a Sky. Secondo il tecnico geospaziale di Google, Ed Parsons, intervistato ieri dalla Bbc, "le altre applicazioni" si rivolgono a un pubblico con competenze scientifiche più sviluppate, mentre noi, anche senza prevedere conseguenze economiche dirette, siamo interessati al mercato di massa".

I presupposti non mancano: se l'inquinamento luminoso sta rendendo sempre più difficile vedere il cielo notturno e i corpi celesti, essi sono uno spettacolo ancora capace di emozionare e lasciare a bocca aperta. Google Sky, su cui per ora sono state immesse 125 immagini, sarà corredato da guide astronomiche, animazioni sulle fasi lunari e la vita delle stelle. Ogni astronauta potrà poi segnare sulla propria mappa gli angoli di cielo preferiti.

martedì 21 agosto 2007

Fuzzy Lab: quando le reti neurali aiutano la medicina

Alcuni ricercatori dell'Istituto San Raffaele di Milano hanno messo a punto un software utile per l'analisi delle proteine e molto importante nella diagnosi di alcune patologie del sistema immunitario. Il nuovo programma, chiamato FuzzyLab, consente di ottenere risultati qualitativamente migliori e di abbattere dell'80% i tempi di refertazione dell'esame, a tutto vantaggio non solo del medico ma anche del paziente.

FuzzyLab è un software di tipo neuro-fuzzy, si basa cioè su una combinazione di reti neurali e logica fuzzy. Le reti neurali sono una sorta di cervello artificiale in grado di migliorare continuamente la propria capacità di apprendimento. La logica fuzzy rende i processi di calcolo del computer più “flessibili”. Si tratta di una logica applicata già da qualche anno a molti prodotti di largo consumo che permette ad esempio alle lavatrici di ultima generazione di dosare acqua e detersivo in base al livello di sporco del bucato. Fuzzylab svolge rapidamente e in modo del tutto automatizzato e standardizzato il lavoro di interpretazione delle analisi fino ad oggi eseguito manualmente e affidato all'interpretazione del medico. “In un laboratorio di grandi dimensioni” – spiega Stefania Del Rosso, responsabile del laboratorio di Proteine di Laboraf-Diagnostica e Ricerca San Raffaele– “si effettuano ogni giorno in media 350 elettroforesi, la cui lettura richiede ad un medico esperto almeno due ore di lavoro. Per svolgere lo stesso compito il software impiega solo 20 minuti.
In questo modo il medico può distinguere velocemente tra esiti “normali” e patologici e dedicare quindi il tempo risparmiato all'approfondimento degli esami più critici e più difficili da interpretare”. L'elettroforesi capillare analizza le proteine del siero e, oltre a fornire indicazioni di carattere molto generale su stati infiammatori e possibili sofferenze epatiche, serve per rivelare la presenza di anomalie nel sistema immunitario. E' il caso per esempio delle componenti monoclonali - un insieme di anticorpi tutti uguali tra loro- la cui insorgenza è correlata a patologie linfoproliferative maligne come il mieloma multiplo, la leucemia linfatica cronica e i linfomi; l'elettroforesi può inoltre essere determinante per sottoporsi a una TAC. In questo caso, infatti, la presenza di una componente monoclonale può interferire con alcuni mezzi di contrasto utilizzati per l'esame, scatenando una pericolosa reazione anafilattica.

Per imparare a leggere le analisi, FuzzyLab è stato sottoposto a un vero e proprio addestramento articolato in tre fasi. Nella fase iniziale il software “allievo” è stato istruito a riconoscere la forma delle curve elettroforetiche normali con un algoritmo matematico, sulla base dei dati forniti dal medico “trainer”. Nella seconda fase sono state inserite nel computer le formule matematiche per l'identificazione delle curve patologiche. Nella terza fase, di validazione del sistema, l'interpretazione manuale e quella di FuzzyLab sono state messe a confronto per valutarne il margine di errore, risultato inferiore al 2%.

Il sistema è estremamente flessibile e potenzialmente in grado di incrementare il proprio aggiornamento con l'esperienza, via via che i medici addetti utilizzano il programma e inseriscono nuovi dati, così com'è nella logica delle reti neurali. “I vantaggi di questo approccio sono importanti e molteplici sia per il medico sia per il paziente”, dice Michelangelo Murone, vice-direttore di Laboraf. “Il primo e più evidente è la riduzione dei tempi di refertazione che permette all’analista di avere più tempo a disposizione per esaminare i tracciati patologici. Non meno importante è il miglioramento della qualità interpretativa, che si traduce in una refertazione innanzitutto più sicura, perché le curve patologiche vengono analizzate per ben due volte, prima dal software e poi dal medico, ma anche più oggettiva e standardizzata, perché Fuzzylab riduce la probabilità di errori ed elimina il rischio di differenze interpretative legate al fattore umano”.

martedì 14 agosto 2007

Numenta svela i segreti della mente umana

Numenta, questo è il nome che ha dato Jeff Hawkins, uno dei maggiori esperti mondiali di intelligenza artificiale (AI), alla sua ultima idea imprenditoriale.
L'obiettivo del progetto è quello di condurre ricerche sul funzionamento della mente umana, cercando di interpretarlo attraverso l'uso delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione (ICT). "Quando nasci, non sai niente”. E' con questa frase che l'ingegnere americano ha lanciato con entusiasmo la sua personale sfida alla comprensione del cervello, sottolineando come, secondo lui, "alla nascita la nostra mente è simile a una tabula rasa". E aggiunge: "In realtà si conoscono alcune nozioni base, per esempio si sa come poppare”.
Ma il punto è che il cervello, all’inizio, non ha alcuna effettiva percezione o visione del mondo e degli oggetti circostanti. “Non si sa nulla di lingue, case, automobili e computer”, spiega, agitando la mano per intendere la realtà nel suo complesso. “Il cervello deve ancora scoprire che cose del genere esistono. Per me”, ribadisce, “è un concetto affascinante”.

Un interesse talmente forte che lo ha spinto a fondare un ente no profit, il Redwood Neuroscience Institute, e ad arruolare alcuni tra i più importanti studiosi di neuroscienze perché arrivassero a elaborare una teoria cognitiva unificata. Lo stesso interesse che lo ha infine condotto alla creazione di Numenta. Qui, con la sua collaboratrice di lunga data Donna Dubinsky e altri dodici ingegneri, è riuscito a sviluppare un programma di intelligenza artificiale che a suo avviso va considerato come il primo software realmente basato sui meccanismi operativi della mente umana.

Al pari del cervello, il software nasce senza sapere niente. E come il cervello, impara da quello che sente, si costruisce un modello del mondo, e fa delle previsioni sulla base di tale modello. Il risultato, spiega Hawkins, è una macchina pensante in grado di risolvere problemi che all’uomo possono sembrare elementari ma che in passato hanno sempre messo in difficoltà i computer, compresi, per esempio, la vista e la locomozione. Il tessuto "filosofico" che farà da sfondo alle attività dell'azienda è costituito dalle teorie che lo stesso Hawkins ha raccolto e dettagliato nel libro "On intelligence: how a new understanding of the brain will lead to the creation of truly intelligent machines" scritto nel 2004 con Sandra Blakeslee. Il testo attraversa varie discipline delle scienze neurologiche e cognitive ed esplora le possibilità che il loro studio possa essere combinato con quello del computing.

Da questa unione dunque, Numenta proverà a trarre degli spunti per la progettazione di tecnologie innovative, applicabili per esempio nei sistemi di riconoscimento vocale nell'ambito dei servizi di telefonia, come pure nei sistemi che aumentano le capacità visive e perfino nel controllo dei processi di automazione industriale.

Ma Hawkins va anche oltre, prefigurando i possibili sviluppi di Numenta. Egli è infatti convinto che il suo programma, dotato di una potenza e velocità di elaborazione elevatissime garantite dall’utilizzo di processori digitali, sia anche capace di risolvere problemi complessi affrontandoli con le modalità proprie della mente di un bambino, ovvero percependoli come un flusso di nuovi dati da interpretare. Basta immettere le informazioni ricavate da una rete elettrica nel sistema e Numenta ne deriva un modello virtuale di come la rete funziona. E proprio come un bambino riesce a capire che un bicchiere di vetro gettato sul pavimento si rompe, così il sistema impara in quali casi è possibile che la rete si guasti.

Tra qualche anno, sostiene Hawkins, sistemi del genere riusciranno a catturare anomalie e trend di qualsiasi realtà, dal mercato azionario al meteo, con un’affidabilità oggi inconcepibile per i computer.

sabato 11 agosto 2007

Arriva Theseus, motore di ricerca semantico

Pochi giorni fa,
la Commissione Europea ha approvato i finanziamenti per un innovativo motore di ricerca basato su tecnologie di tipo semantico.
Theseus (così è stato soprannominato il nuovo motore) è supportato da un consorzio di 30 aziende, università e istituti di ricerca. Tra questi spicca SAP come partner principale di un programma che prevede lo sviluppo di strumenti semantici per abilitare sistemi di Web services basati su SOA (services-oriented architecture), mentre Siemens è a capo di un team focalizzato sulla tecnologia di ricerca semantica per le immagini medicali, spiega il portavoce di Theseus, Thomas Huber: "Le imprese vedono Theseus come uno sforzo collaborativo nell'area delle ricerche di base e una chance per sviluppare e introdurre nuove applicazioni più rapidamente sul mercato".
Il primo, denominato "Texo", si avvarrà di strumenti semantici che permettono a componenti software, in tutte le tipologie di business, di comunicare tra loro e quindi attivare nuovi servizi incentrati su tecnologia SOA, commenta Angelika Pfahler, portavoce di SAP. Ciò potrebbe ad esempio consentire a tutti i servizi di utility domestici, come gas, acqua, elettricità e comunicazioni, forniti da diversi operatori, di essere controllati, modificati, sostituiti elettronicamente dal loro possessore direttamente dal personal computer di casa. "La capacità di consentire a sistemi differenti di connettersi e comunicare con gli altri faciliterà la nascita di nuovi modelli di business", aggiunge Pfahler.
Un secondo progetto, battezzato "Medico", condotto da Siemens, si pone un obiettivo tanto ambizioso quanto affascinante: l'indicizzazione delle immagini medicali. Nonostante gli enormi progressi compiuti finora nel campo della telemedicina, gli attuali database di immagini medicali, come il Picture Archiving and Communications System e il Radiology Information System, sono ancora strutturati su parole chiave assegnate da esseri umani e non in base al contenuto dell'immagine. Il team di Medico mira a studiare nuovi motori di ricerca intelligenti delle immagini con la possibilità di evidenziare tutta una una varietà di aspetti semantici come i rapporti anatomici tra organi, dati sui genomi e modelli di malattie.
A mio avviso Theseus costituisce un ulteriore passo in avanti verso l'affermazione e la diffusione delle applicazioni semantiche in molti settori della nostra vita quotidiana. Auspico quindi il massimo impegno per la sua realizzazione, affinchè non vada sprecata un'occasione che potrebbe rivoluzionare il nostro modo di reperire le informazioni, rendendo la ricerca dei dati più veloce ed efficace.

mercoledì 8 agosto 2007

Presentazione

Ciao a tutti.
Mi presento: sono Andrea Bichiri, uno studente di Scienze della Comunicazione appassionato di tecnologie dell'informazione. Questo Blog nasce dall'idea di approfondire un argomento ben preciso: il rapporto tra la conoscenza e il business, dimostrando, come al giorno d'oggi, l'informazione può trasformarsi in una risorsa preziosa per tutte le aziende.
Periodicamente introdurrò stimoli di riflessione su questo tema, cercando di delineare i possibili sviluppi del business "semantico". Chiedo fin da subito la vostra partecipazione attiva per alimentare la discussione e lo scambio di idee, condizione fondamentale per far crescere e migliorare il blog.
A presto, un saluto, Andrea
 
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