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mercoledì 23 settembre 2009

Renault: non solo scandali. La campagna Eco2

In questi ultimi giorni, non si fa altro che parlare della Renault in relazione al caso di Flavio Briatore, il manager F1 coinvolto nello scandalo del Gp di Singapore. Come gli appassionati di questo sport sapranno, Briatore è accusato di aver orchestrato un finto incidente (protagonista Nelson Piquet jr) per consentire la vittoria di Fernando Alonso, proprio in occasione del gran premio asiatico.



Briatore e Mosley

A seguito dell'accaduto sono state avviate delle indagini da parte della FIA (il massimo organo competente in materia) che hanno portato ad un vero e proprio processo conclusosi lunedì. La sentenza è stata durissima. Cinque anni di squalifica per Pat Symonds, Direttore tecnico della Renault ed allontanamento dalla gare e da tutti gli affari che ruotano intorno al circus a tempo indeterminato per Briatore, in una parola: radiazione.

C'è chi sostiene che dietro la decisione sia nascosta la sete di vendetta di Max Mosley, ex Presidente della federazione, costretto alle dimissioni pochi mesi orsono da Briatore stesso, all'epoca presidente FOTA, un'associazione dei piloti che si batte per il cambiamento delle regole in F1, giudicate troppo restrittive e penalizzanti dai team.

A dispetto di questi fatti, che hanno acceso parecchie polemiche e promosso la nascita di gruppi a sostegno dell'una o dell'altra parte, la Renault rimane una delle case automobilistiche più impegnate nei confronti dell'ambiente.
Tutti questo trambusto, infatti, ha contribuito a distogliere l'attenzione da una campagna uscita in queste ore, che introduce alcuni veicoli ad elevato risparmio energetico.



Renault Eco2 advertising campaign



"Tutti possono costruire un'auto elettrica. Ma chi saprà costruirla davvero per tutti?". E' questo il claim della nuova strategia di comunicazione che la Renault sta per lanciare a pochi giorni dalla presentazione al salone dell'auto di Francoforte (fino al 27 Settembre 2009) di quatto concept-car elettriche.



Eco2 Claim message


L'obiettivo della casa francese, sottolineato all'interno della campagna pubblicitaria, è quello di offrire una mobilità realmente sostenibile a tutti, prevedendo la vendita, fra il 2011 e il 2012, di quattro veicoli elettrici per rispondere alle diverse esigenze degli automobilisti con un piccolo veicolo urbano, una berlina compatta, una berlina familiare e un furgoncino.

Concept Car Zero emission and Eco friendly - E01 Renault


L'impegno di Renault in questo ambito è quindi concreto come dimostra anche il sito web aperto per sensibilizzare i consumatori sul tema ambientale. Al'indirizzo: www.renault-ze.com/it, l'utente sarà accompagnato alla scoperta del progetto a favore di una mobilità a zero emissioni.

Il sito contiene una sezione riservata alle domande e curiosità che questi mezzi di trasporto possono suscitare negli utenti.

On line, ad esempio, la testimonianza della velista Ellen MacArthur, a supporto di una logica di sviluppo ecologico e sostenibile, e già utilizzatrice di un veicolo elettrico Renault.

Di recente ha anche aperto tre canali su facebook, twitter e youtube per promuovere la sua campagna sulle auto elettriche ad emissioni zero.

Secondo me, la scelta di Renault di affidare ai social networks un ruolo così importante per far conoscere il proprio progetto non solo si rivela coraggiosa, ma mostra finalità che esulano dallo sviluppo tecnologico di un’auto ad alimentazione alternativa. Il Web 2.0, infatti, può rappresentare uno spazio virtuale di condivisione e diffusione di questo orientamento ecologico, confermato anche da una sezione dedicata al tema sul sito aziendale.

Per i più esigenti, qui il talk completo di Sandrine Plasseraud Brand Manager for Small Cars and Customer Offers circa le strategie 2.0 dell’azienda.

Prego poi, chi ne fosse a conoscenza, di segnalarmi analoghe iniziative alle quali dedicherò la massima attenzione in questa sede.


Copyright immagini:




http://sport.sky.it/sport/formula1/2009/09/11/f1_piquet_briatore_ecclestone_polemica.html

lunedì 21 settembre 2009

Da un garage alla Silicon Valley: a volte i sogni si avverano

Tenacia, determinazione, intraprendenza e perché no, un pizzico di fortuna. Queste a mio parere le caratteristiche che hanno portato tre giovani milanesi di soli 21 anni alla scoperta della Silicon Valley.

Business e Conoscenza come sapete ha tra i suoi obiettivi quello di stimolare il dibattito sulle iniziative imprenditoriali riguardanti il Web e le nuove tecnologie, siano esse promosse da aziende consolidate che da start-up formate da studenti o ricercatori.


Cultivating talent

Leggendo la storia di questi ragazzi, quasi coetanei, su infoservi.it, ho capito quanto possa essere difficile avviare un'impresa qui in Italia nel settore IT. Le mille peripezie che hanno affrontato Augusto Marietti, Marco Palladino e Michele Zonca per riuscire a ricevere l'attenzione degli investitori avrebbero convinto molti a desistere. Tuttavia, con molta pazienza e parecchi sacrifici (anche di natura economica per auto-finanziarsi durante le fasi iniziali di sviluppo) alla fine ce l'hanno fatta.

Sono infatti stati selezionati per presentare la loro idea al prestigioso Techcrunch 50 di San Francisco, una vetrina delle più interessanti start-up a livello mondiale.

Certo, la strada da percorrere è ancora lunga, ma le conoscenze maturate in California, tra cui spicca Travis Kalanick sono di sicuro incoraggianti. E pensare che tutto era iniziato in un garage di 20 metri quadri (vi ricordano qualcuno? A me questo signore qui: http://cicorp.com/apple/garage/index.htm, speriamo abbiano uguali fortune). Pochi mezzi ma tanta, tanta passione. Questa è stata la chiave del loro successo.

Certo è che un po' di amaro in bocca rimane: possibile che nel campo dell'informatica i migliori debbano sempre emigrare all'estero per essere presi in considerazione?...

Qualcosa anche qui per gli aspiranti imprenditori si sta già facendo. Penso a Mindthebridge (a cui ho avuto la fortuna di partecipare con CstAdvising in occasione della prima edizione nel dicembre 2007) o first generation network in cui sono presenti utili consigli su come muovere i primi, timidi passi per costruire la propria azienda e vederla crescere nel tempo.

Forse però c'è bisogno oltre che di networking e eventi anche di maggiore apertura da parte dei dirigenti verso i più giovani che saranno il motore della rivoluzione tecnologica dei prossimi anni.

Di maggior sinergia tra università e aziende, con la possibilità di trovare finanziamenti già tra i banchi come avviene da anni negli USA. Di strutture ad hoc dove realizzare ciò che si ha in mente. Penso a cittadelle dell'innovazione, a luoghi dove incontrarsi e mettere su un team in grado di amalgamarsi pur mantenendo le sue peculiarità per dare vita, forma ai nostri progetti o per chi è più romantico ai nostri sogni. Posti dove l'importanza non è data dall'altisonanza del titolo di studio ma dalla validità della proposta.


Innovation Park

Spero che questo cambiamento si realizzi il più presto possibile per favorire l'emergere di idee nuove.

Per chi fosse interessato ad approfondire la loro storia rimando all'intervista di Alberto, Ivan e Luca al link citato sopra. Chi invece volesse saperne di più sull'applicazione denominata Mashape può soddisfare la sua curiosità a questo indirizzo:

FONTE IMMAGINI:


 
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