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sabato 19 dicembre 2009

La libertà del Web si discute in caffetteria: come Internet amplifica gli eventi agendo sul loro significato

L'ultima settimana è trascorsa all'insegna di due eventi che hanno monopolizzato l'attenzione dei media in Italia e all'estero. Il primo, che ha interessato più da vicino il Web, con le dichiarazioni del ministro Maroni, in seguito all'aggressione contro il Premier Silvio Berlusconi; il secondo ha invece visto la partecipazione dei potenti della Terra alla conferenza ONU sul clima e l'ambiente di Copenaghen.

Tensione altissima. Per quanto riguarda il primo, drammatico episodio, le forti reazioni che si sono susseguite rimbalzando da un blog all'altro, dopo la preoccupazione iniziale, hanno subito un netto ridimensionamento. Per fortuna si è fatto tanto rumore per nulla: di ieri le rassicuranti parole spese dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla necessità di tutelare la libertà di espressione di un mezzo democratico come la Rete.

Casini star per un giorno. Parole che sposano perfettamente la linea di Pierferdinando Casini dell'UDC che nel suo discorso alla Camera aveva ribadito la sua contrarietà ad ogni forma di censura, dimostrando una conoscenza puntuale ed approfondita del Web.

Giorgia: non solo politica. Posizione ampiamente sostenuta dal Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, che qui potete ammirare in un divertente sketch di cui si è resa protagonista nell'ultima puntata di IoReporter, programma condotto da Marco Montemagno, autore peraltro di una lettera aperta allo stesso Maroni che riassume egregiamente il valore della Rete per le persone.

Le reazioni non tardano ad arrivare. Battaglia che è stata recepita anche a livello internazionale con il quotidiano inglese The Guardian a fare da capofila: Italy's challenge to internet freedom è un articolo molto interessante scritto da Manuela Mesco.



Imperdibile fuori onda di Giorgia Meloni a "Ioreporter"

Accordo sul clima sottotono. Eguale risonanza non è stata concessa, per ovvi motivi, all'incontro mondiale sul clima che, comunque, ha solo parzialmente raggiunto gli obiettivi inizialmente proposti.

Tutto il resto in secondo piano. La rilevanza di questi eventi mediali (definizione ripresa dal libro "Le grandi cerimonie dei media. La storia in diretta" di Dayan Daniel e K. Elihu, molto azzeccata soprattutto nel caso di Berlusconi), ha contribuito a distogliere lo sguardo degli utenti da alcune iniziative davvero meritevoli che puntano a incentivare la partecipazione dei navigatori in progetti innovativi.

Una caffetteria virtuale. La più importante, sponsorizzata da Telecom Italia è Innovation Cafè, naturale evoluzione del laboratorio Next Open Innovation lanciato dall'azienda un po' di tempo fa, luogo dove l'interazione e il confronto su temi legati al Web hanno l'obiettivo di stimolare la nascita di idee tecnologiche per il futuro. Proprio come se si trovassero da Starbucks, davanti ad un invitante caffè, gli utenti potranno misurarsi sugli argomenti più disparati, con il supporto di video-interviste ai grandi protagonisti dell'innovazione italiana.

Next Open Innovation Web Site Architecture and Goals

Il protagonista sei tu! A mio avviso ci sono tutti i presupposti per cui il progetto possa crescere e incuriosire sempre di più i navigatori, da sempre desiderosi di sperimentare nuove soluzioni e di contribuire allo sviluppo dal basso della Rete.

E' tutto per oggi. Non perdetevi il prossimo post. Ciao!

Video: http://skytg24.blogs.com/

Image: http://irenecassarino.wordpress.com/2008/10/25/open-innovation-da-telecom-italia/

Copyright Telecom Italia

lunedì 14 dicembre 2009

Turismo: la formula vincente è social

Poco tempo fa, avevo parlato del BTO 2009, in un articolo che potete leggere anche su Comunitazione. Come avrete sicuramente notato, recentemente è apparsa sul blog un'icona raffigurante il logo del web travel marketing c-magazine. L'iniziativa è nata proprio in seno all'evento e ha coinvolto, fin da subito, blogger ed esperti del settore.


Web Travel Marketing Collaborative Magazine Logo


Obiettivo, chiarissimo, quello di sensibilizzare l'opinione pubblica, ma sopratutto gli operatori alberghieri sulla necessità di dare una svolta ai modelli di business oggi adottati, sostenendo l'uso dei nuovi strumenti sociali che la Rete offre.

Detto questo vorrei porre l'accento su quella lettera c che campeggia sul logo del settimanale. C sta per collaborative cioè collaborativo. L'aspetto più interessante della questione è infatti l'apporto libero e generoso che offrono gli autori nella costruzione del magazine, mettendo a disposizione di tutti le loro conoscenze/competenze.

Ma c'è un'altra cosa che colpisce immediatamente: la vera e propria sfida lanciata al sistema turismo nel tentativo di trovare soluzioni concrete per rivitalizzare un settore in crisi da parecchio tempo. Vuoi per la congiuntura internazionale, vuoi per scelte un tantino miopi o azzardate di alcuni operatori, fatto sta che oggigiorno l'Italia è costretta a rincorrere gli altri Paesi.

I tempi del trionfo dell'arte, la cultura e la buona tavola a livello internazionale sembrano ormai lontani. Questo perché gli altri Stati hanno capito che non basta ospitare il 70% del patrimonio artistico mondiale se poi non si sa vendere la propria immagine nel mondo. Il caso Italia.it (il disastroso portale costato milioni di euro agli ignari cittadini), nonostante gli ultimi interventi volti a migliorare la situazione, penso abbia fatto scuola in questo senso.

Home page portale Italia.it

I primi segnali positivi si sono apprezzati al BTO con l'efficace intuizione di Montemagno e il suo slogan CondiVivere, però la novità più importante è stata la collaborazione attiva di numerosi professionisti del Web per dare vita al progetto del Web travel marketing magazine.

Anche se, ad onor del vero, qualcosa stava già prendendo forma grazie all'impegno di alcuni ragazzi che frequentano il master in Marketing e Web marketing turistico e territoriale all'Università di Genova. Follow 12 steps è un fulgido esempio di come si possa contribuire a salvare il turismo attraverso il Web, con validi suggerimenti e punti di vista sintetizzati in 12 regole d'oro.

Il coraggio dimostrato dal gruppo (coordinato da Roberta Milano) è stato premiato, tra l'altro, con l'invito ad una puntata del famoso programma Ioreporter, in onda su Sky e condotto dallo stesso Montemagno. Ecco il video integrale della puntata del 28/11/09, con protagonisti Federico Sisinni e Francesca Marson:



Studenti del master dell'Università di Genova ospiti della trasmissione "Ioreporter"

Nonché con una menzione sulla Stampa con un pezzo dal titolo: “La promozione turistica va dalle aule a Internet”.


Articolo estratto dalla Stampa del 10 Dicembre 2009

La rivoluzione social del turismo è appena iniziata. Vedremo dove porterà.

mercoledì 2 dicembre 2009

Giovani, andate all'estero! Parola di Celli

Certi ragionamenti a volte sembrano nascere sull'onda dell'indignazione, lo sconforto e la sfiducia di un'intera generazione verso un Paese come l'Italia che non sembra garantire alcuna prospettiva per il futuro, soprattutto quello lavorativo.

Ma se quelle stesse parole sono pronunciate da uno dei massimi rappresentanti del sistema universitario italiano allora vuol dire che tanto sbagliati non erano. Pier Luigi Celli, Direttore generale dell' Università Luiss Guido Carli, in una lettera aperta a Repubblica, sfoga tutta la sua delusione nei confronti di un mondo del lavoro che non tiene in considerazione i meriti degli studenti, ma solo le loro conoscenze (e non si riferisce certo alle competenze).


Pierluigi Celli - Direttore Università LUISS di Roma


Amareggiato da un Paese che per lui è a mobilità sociale zero, si scaglia contro i tanti ostacoli che impediscono ad un giovane, preparato e dotato di talento, di emergere. Le domande delle aziende rivolte ai laureati sono in caduta libera in tutti i settori, mentre crescono le richieste per professionalità tecniche e poco diffuse.

Giovani ricchezze. Un Paese che voglia primeggiare in Europa non può ignorare il capitale umano costituito dai ragazzi determinati e volenterosi che escono dalle università. Non può fare a meno di ricercatori in campi come la medicina (di ieri la notizia della prima mano bionica in grado di rispondere ai comandi dettati dal cervello tramite i nervi del paziente progettata alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa) l'economia, l'ingegneria, le biotecnologie, l'informatica e le fonti di energia alternativa.

Cyber hand Project - Scuola Superiore Sant'Anna Lab

L'estero? Non è poi così male. Al figlio dice di andare all'estero perché qui per lui non ci sarà futuro nel breve periodo figuriamoci tra 20 anni. "Probabilmente non sarà tutto oro quel che luccica. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni", avverte Celli, ma almeno "avrai l'occasione di scegliere di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati".

Precariato? No grazie. E' evidente come Celli rifletta in pieno l'opinione di centinaia di giovani che, dopo aver sudato per anni per ottenere il famoso "pezzo di carta" si trovano immersi in una realtà lontana anni luce dalle loro aspettative. Finiti gli studi infatti, chi non è dotato del famoso pedigree, come sostiene Celli, nel caso scegliesse di rimanere, si ritroverebbe davanti anni di precariato che lo porterebbero, nella migliore delle ipotesi, a rimpiangere di non essere fuggito via subito.

Personalmente condivido in pieno le affermazioni di Celli. E il loro valore è aumentato se pensiamo alla posizione privilegiata di chi le mette per iscritto su una delle maggiori testate nazionali.

La fuga dei talenti. Un Paese che ha smesso di credere nella sua risorsa primaria, i giovani, che li spinge a rinnegare le loro radici pur di trovare un lavoro degno di questo nome, ha già perso la sua battaglia. Risulta eloquente a questo proposito il fenomeno denominato "la fuga di cervelli" o brain drain.

Il problema non è da imputarsi alle migliori condizioni che si assaporano vivendo in città cosmopolite e multietniche come Londra, Parigi o Madrid. Il problema è la cultura del nostro Paese.

The Web power. Come ripetono tanti miei colleghi blogger, il cambiamento, l'innovazione saranno possibili soltanto quando ci sarà la consapevolezza che così non si può più andare avanti. Quando la voce finora silenziosa di un'intera generazione si leverà dal Web per chiedere un paese migliore dove vivere, studiare, lavorare, realizzare le proprie aspirazioni per sé e per i propri figli. Molto si sta già facendo. Resta tuttavia ancora tantissimo da realizzare, costruire insieme. L'Italia del futuro può e deve essere un'altra.

Dite la vostra!
 
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