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venerdì 7 maggio 2010

Il finale di Lost svelato da un blogger italiano. Si può già parlare di mediasfera?

Ai tempi del cosiddetto Web 2.0, le notizie viaggiano sulla Rete a velocità esponenziale. Molte volte quindi le testate on-line sono più rapide delle corrispondenti versioni su carta a diffondere le informazioni. E fin qui nulla di particolarmente eclatante.

Certo è che se il primo a rivelare uno scoop è un blogger e per di più italiano allora tutto ciò assume un sapore ben diverso. Sembra assurdo, eppure è veramente successo.

Macchianera, uno dei punti di riferimento della blogosfera (non solo per i famigerati macchianera awards, i premi che ogni anno vengono consegnati ai blogger più meritevoli) è riuscito ad anticipare tutti quanti, svelando in anteprima il finale inedito dell'ultima stagione del telefilm "Lost".


Abc TV show - Lost


Gianluca Neri, autore del blog Macchianera, ha pubblicato sul suo sito sei pagine tratte dalla sceneggiatura originale della serie. «Quella di cinque anni fa era una notizia importante- dice Neri- quella di oggi non lo è affatto».

Su Macchianera - secondo blog più consultato d’Italia dopo il pluripremiato Beppegrillo.it- i documenti sono apparsi la mattina del primo maggio, quasi in sordina. Il tam tam in Rete e il passaparola su Facebook hanno fatto il resto. E se si trattasse di una bufala? «Prima della pubblicazione ci siamo presi due giorni per verificare che, effettivamente, le scene che avevamo ricevuto facessero parte della sceneggiatura originale», dice Neri, «e abbiamo avuto la conferma».



Lost - Final episode preview by Macchianera Blog

Tuttavia, prima di decidere se sbirciare o meno le pagine in questione è bene sapere che i produttori esecutivi di Lost, Carlton Cuse e Damon Lindelof, sono famosi per aver già fuorviato i fan in passato, diffondendo ad arte finte sceneggiature. Di conseguenza potrebbe essere tutto vero come no oppure un abile espediente degli autori per accrescere l'interesse dei telespettatori.

Non è certamente in discussione invece il successo in termini di visite che ha totalizzato Macchianera che oltre ad essere citato da Tgcom e altri media nazionali e internazionali (soprattutto americani) ha raggiunto la bellezza di 100000 visite in poche ore.

Tale clamore non può che essere ben accolto dal sottoscritto. Per una volta un blogger italiano è infatti riuscito ad attirare l'attenzione su di sè sfruttando molto intelligentemente alcune coincidenze (come la concomitanza con la festa del lavoro) , l'anonimato della fonte e l'acclarato successo della serie per creare un "mistero" mediatico che ha subito trovato terreno fertile negli strumenti di condivisione offerti dal Web.

Che sia vera o no, la notizia ha fatto il giro del mondo, dimostrando come il blog può essere una valida alternativa ai media tradizionali, un mezzo attraverso cui gli utenti, liberamente, possono accedere alle informazioni che gli interessano e decidere se e come diffonderle.

Il contenuto, se ritenuto valido e attendibile viene rimbalzato da una persona all'altra finché, arrivato su facebook, si moltiplica fino a coprire un pubblico via via sempre più vasto. Ma il cuore di tutto rimane il blog e il suo autore che può ottenere (sebbene per pochi giorni) una risonanza mediatica pari a quella delle grandi firme dei giornali. Il messaggio diventa quindi globale raggiungendo hub e pubblici diversi.

Questo rimanda un po' alla discussione fatta un paio di settimane fa sul blog di Luca De Biase e poi ripresa da Gigi Cogo e il Giornalaio in cui si ipotizzava la nascita di un ecosistema detto mediasfera capace di riunire e far emergere tutti i contenuti provenienti dai diversi media e considerati rilevanti, grazie al contributo degli utenti.

In particolare da questo articolo tratto da "il Giornalaio" possiamo notare alcune peculiarità della mediasfera che stanno modificando il modo di concepire il giornalismo nella sua natura classica.

Social media sphere

"Sono quattro le key issues che emergono dall’analisi proposta sul futuro della mediasfera:

1) Non fare affidamento sulla pubblicità. Non ipotizzare, quantomeno, modelli di business in ambito editoriale basati esclusivamente sull’advertising per un lungo periodo ancora.

2) Le audience si stanno sempre più spostando sui social network, e su un ristrettissimo numero di siti web, a spese dell’industria delle notizie, dei media.

3) I ricavi si sposteranno in maniera sempre più massiccia verso i contenuti in mobilità, specificatamente smartphones e quelli che vengono definiti “lean-back devices” quali l’iPad. A questo specifico ambito attengono tempo e attenzione da parte degli utenti.

4) Un gruppo ristretto di “gatekeepers” sarà proprietario di una potente combinazione di mezzi, contenitori, sistemi operativi e piattaforme di transazione".
 
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