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lunedì 6 dicembre 2010

L'Italia degli innovatori: fare start-up non è più un miraggio

Recentemente ho letto un post molto interessante scritto da Stefano Passatordi sul suo blog dedicato a mondo delle start-up. L'articolo, intitolato "Start-up: la dura verità", cerca di smontare gli stereotipi che spesso accompagnano l'avventura di chi si accinge a creare un'azienda ad alta tecnologia. Mai come negli ultimi tempi, infatti, in Italia si è acceso un dibattito su questo tema che ha portato molti consigli utili ma in molti casi ha anche confuso chi non ha dimestichezza con questi argomenti.

Per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, Stefano ha sottolineato alcune delle false credenze che si erano diffuse spiegando come, senza essere all'interno del settore, non si possono purtroppo comprendere molte delle difficoltà che un gruppo di persone deve affrontare nel momento in cui decide di fare start-up. Soltanto con l'esperienza diretta, è possibile capire i delicati meccanismi che muovono l'ingranaggio start-up senza ricadere in riflessioni prive di fondamento.

Rimandandovi all'articolo originale per approfondire quanto sostenuto da Stefano che sicuramente parla con cognizione di causa, avendo creato un servizio - Ibrii - che ha attirato l'attenzione di Lorenzo Thione a San Francisco, vorrei ora spostare la mia attenzione su alcuni progetti che rappresentano un valido esempio di come in Italia si può fare start-up.

Alcuni eventi, tenutisi nelle ultime settimane hanno dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che aprire un'azienda tecnologica in Italia non è più un miraggio. Partiamo dal primo Percorsi dell'Innovazione - collegato allo Smau di Milano (fine ottobre) che ha visto la presentazione di progetti di tutto rispetto come: Blomming di Alberto D'Ottavi e Nicola Junior Vitto, HiNii, Spreaker, Shreppy, Twago e tanti altri che trovate qui.

Il secondo evento è il "Programma Ego di Ericcson" business plan competition organizzata dalla Fondazione Lars Magnus Ericcson che ha premiato alcune idee davvero innovative. Ecco il nome dei vincitori tratto dal comunicato stampa ufficiale "ERICSSON PREMIA I GIOVANI E LE START-UP CHE GUARDANO LONTANO”:

Con il progetto “Cicerone Travel Assistant”, la start-up CST Advising di Alessandro Palestini, Massimiliano Miglio, Andrea Bichiri e Simone Pasculli si propone di offrire un servizio integrato all’utente in mobilità, per soddisfare la necessità di informazioni turistiche durante un viaggio di lavoro o una vacanza di piacere. L’elemento di innovatività è rappresentato dall’utilizzo di un motore semantico che attraverso tecniche di intelligenza artificiale abilita ricerche concettuali più evolute rispetto al normale impiego di parole chiave nei motori di ricerca tradizionali.

La Operations Management Team composta da Diego Falsini e Francesco Giordano, dottorandi in Ingegneria Economico-Gestionale dell’Università Tor Vergata di Roma, è stata selezionata per un progetto di consulenza innovativo rivolto alle piccole-medie imprese dei settori dell’industria manufatturiera, della logistica e della distribuzione. Il servizio riguarda la fornitura di soluzioni gestionali e tecnologiche basate su competenze, metodologie e strumenti propri del campo dell’operations management.


La terza start-up selezionata è quella costituita da Marco Greco e Fabio Patriarca della Facoltà di Ingegneria dell’Università Tor Vergata per il progetto “WinWin Manager” che si propone di commercializzare un servizio di formazione integrato a partire dal business game di negoziazione, di cui un prototipo è già disponibile. Il progetto comprende la realizzazione personalizzata di scenari negoziali su richiesta del cliente, la loro somministrazione a classi virtuali senza limiti di numerosità, la preparazione di commenti e valutazioni e la gestione del risultato.

Un altro evento che ha sottolineato la vena creativa degli aspiranti imprenditori italiani è coinciso con il Premio nazionale dell'innovazione 2010, la piu' significativa manifestazione italiana per la creazione di giovane impresa proveniente da attivita' di ricerca, che si e' chiusa il 3 dicembre a Palermo. Primo classificato un progetto per il parto sicuro ideato da Sergio Casciaro, Matteo e Stefano Pernisa della Start-Cup Cnr/Il Sole 24 Ore.

Amolab, nato da un team composto da ricercatori del Cnr di Lecce con esperienza in ambito bioingegneristico e giovani imprenditori del settore biomedicale, consente, attraverso un dispositivo ad ultrasuoni, il monitoraggio della progressione del parto in modo automatico, oggettivo e non invasivo. A questo progetto e' andata anche la Coppa dei campioni Pni, promossa dal gruppo dei giovani imprenditori di Confindustria.

Secondo classificato il progetto ET99 della Start Cup Piemonte, ideato da Antonino Fratta, Eric Giacomo Armando e Paolo Guglielmi, del Politecnico di Torino, un dispositivo per realizzare convertitori con minori costi e rendimenti superiori in termini di riduzione della dispersione di energia.

Terzo posto per IPad Lab, prodotti e servizi per la diagnosi delle malattie delle piante coltivate e la certificazione delle produzioni vegetali su base biomolecolare, della Start Cup Milano-Lombardia, ideato da un team formato da imprenditori, docenti dell'Universita' di Milano e del Parco tecnologico padano, capitanato da Francesco Gianinazzi.

Non rientra in questa lista ma merita comunque di essere citato, sopratutto per la tenacia dimostrata finora anche Alessio Paolucci (vincitore del premio "Working capital Mindthebridge Gym" l'anno scorso) che con la sua start-up - Complexity Intelligence - ha appena lanciato un motore semantico "Mnemoo".

Come avrete notato scorrendo le descrizione delle idee ritenute meritevoli, il nostro Paese sembra aver finalmente recepito tutti i segnali che erano stati lanciati gli anni passati da bloggers e altri protagonisti dell'innovazione. Molti sono i giovani che vogliono innovare e farlo dovrebbe essere sempre più facile, speriamo che il trend positivo continui, si rafforzi e riesca a proseguire nel tempo.

mercoledì 15 settembre 2010

Fare Start-up in Italia è davvero possibile?

Qualche giorno fa Augusto Marietti fondatore di Mashape, una start-up che come recita la pagina dedicata su StartupCloud punta a rivoluzionare il mondo delle applicazioni Web, si è lasciato andare in un lungo sfogo, subito raccolto e diffuso in un post intitolato: Lettera aperta all'Italia, investitori e start-up.

Quel che mi ha colpito di tutta la vicenda, a parte la determinazione dimostrata da Augusto, disposto insieme ai suoi soci ad emigrare pur di realizzare la propria idea imprenditoriale, è il dibattito enorme che ha generato l'articolo, che ad oggi conta quasi 200 commenti ed ha prodotto una serie di rimandi e discussioni in tutta la blogosfera.

Ovviamente tema centrale è stato "abbandonare il Paese o rimanere per provare a migliorarlo?". E ancora "E' proprio impossibile lanciare una start-up in Italia?". Da qui sono iniziati confronti a non finire tra i vari partecipanti, con polemiche più o meno accese, consigli, suggerimenti. Ciò che però è stato molto gradito dai più è stato il tentativo di non fermarsi alle prime difficoltà, raccontando le proprie esperienze positive o negative (perchè anche quelle aiutano a crescere).

Da qui la decisione da parte di alcuni di trasformare la discussione in un portale, jumpstartup.it dove condividere le proprie conoscenze e dare spazio ai casi di successo finora rimasti sconosciuti. Ma non solo: si parla della creazione di un'enciclopedia stile wiki per riunire le principali voci utili al futuro imprenditore per comprendere meglio concetti, soprattutto all'inizio, davvero ostici. Una sezione news ed eventi per aggiornare gli utenti su tutte le principali occasioni di incontro e networking tra gli startupper.

Un'area dedicata allo scambio di idee e alla richiesta di consulenze su tutti i temi chiave che consentono all'azienda di nascere come IT, Marketing e vendite, Financial, Legal. E molto altro ancora...


Italian startupper working together to make value

Appena sarà pronto il portale rappresenterà una vera e propria miniera di contenuti indispensabili per avviare un'impresa partendo da zero. Credo che i presupposti ci siano tutti, vedremo come evolverà la cosa. Ad ogni modo quello che mi preme sottolineare in questo post, è che finalmente qualcosa si sta muovendo anche in Italia.

Le iniziative tipo Working Capital che prima sembravano riservate a pochi appassionati, coinvolgono sempre più persone e hanno visto presentare decine di ottime proposte. Certo si tratta di iniziative iper-pubblicizzate che tuttavia non permettono di accedere subito ai finanziamenti, in quanto si deve superare un articolato processo di selezione. E questo, se me lo permettete, non è certo positivo in ottica di mercato, poiché aspettare a lungo vuol dire a volte essere superati dai concorrenti con il risultato di vedere la propria tecnologia diventare obsoleta e non più commercializzabile.

Ma le difficoltà non si limitano a questo. Manca infatti un ecosistema dell'innovazione i cui membri possano sostenersi e aiutarsi per risolvere problemi tipici della fase di start-up (anche se come detto si sta iniziando a fare qualcosa in questo senso).


Costruire l'ecosistema dell'innovazione

E' colpevolmente assente una cultura imprenditoriale che nessuno insegna e si deve imparare sul campo a proprie spese. Sono carenti le fonti di accesso al capitale di rischio e poche le associazioni di business angel come IBAN e IAG. I settori in cui si tende ad investire sono sempre gli stessi (biotecnologie, energie rinnovabili, medico-farmaceutico) con scarsa considerazione per il Web e le nuove tecnologie. La propensione al rischio che c’è negli USA non è paragonabile a quella che si trova in Italia sia per ragioni strutturali che ambientali e socio-culturali.

Questi limiti non devono essere un pretesto per arrendersi o peggio rassegnarsi. Nonostante le difficoltà ci siano, chi ha un'idea deve credere in ciò che fa e iniziare seguendo alcuni semplici passi frutto di varie esperienze personali (maturate con CSTAdvising) e di pareri espressi di persone che ce l'hanno fatta:

1. Avere un'idea bella, ma anche concretamente realizzabile e vendibile. Nessuno finanzierà mai un'idea su power point, nemmeno negli USA. Quindi cercate di fare chiarezza e semplificarla il più possibile, mettete su carta i bisogni che soddisfa, i punti di forza che presenta, il mercato a cui si rivolge. Strutturatela in un business plan completo di un piano economico finanziario. Realizzate un'analisi di fattibilità tecnica e se ve lo potete permettere una demo o un prototipo. Seguendo queste regole di base avrete raddoppiato le vostre chances di essere finanziati.

Su questo blog troverete una guida rapida per redigere un BP con i fiocchi.

2. Costruire un team solido e dotato di competenze trasversali. Se avete soltanto competenze tecniche non farete molta strada. Potrete sviluppare il prodotto ma non saprete venderlo o sarete bloccati ancora prima di cominciare la fase di progettazione non avendo alcun aiuto economico dagli investitori. E' per questo che servono professionalità che coprano i principali ambiti aziendali, dall'ingegnere gestionale per la parte finanziaria e la redazione del bp, all'esperto di marketing e comunicazione, all'avvocato per gli aspetti prettamente legali. Questi ultimi in particolare sono sovente trascurati, benché decisivi al fine della sopravvivenza della start-up anche dopo la fase di costituzione.

3. Rivolgersi ad un mercato vasto con ulteriori margini di espansione. Inutile realizzare un'applicazione troppo complicata o che ha un mercato molto ridotto. Le difficoltà a reperire i finanziamenti vi costringerebbero a lasciar perdere ancor prima di iniziare. Privilegiare quindi, almeno per le prime fasi, il B2C al B2B. Basta vedere i vari Yoox, Liquida, Dada per capire che avere a disposizione una base utenti potenzialmente illimitata è meglio che dover creare la domanda da sé, specialmente se si opera con tecnologie innovative.

4. Partire già con una mentalità internazionale. Uno degli errori pià comuni che si fanno in Italia è quello di voler rimanere ancorati al mercato nazionale o al limite europeo. Niente di più sbagliato. Per avere successo bisogna pensare in grande da subito, moltiplicando così i potenziali clienti e le opportunità di crescita.

5. Credere sempre in ciò che si fa. Perseverare, non abbatersi alla prima difficoltà, se l'idea è valida non tarderà a dare i suoi frutti. Credere sempre per primi in ciò che si fa, essere sicuri e convincenti, cercare di trasmettere la propria passione agli altri.

Per convincere i finanziatori potete attingere da questo post che spiega come sostenere il primo colloquio con chi dovrà decidere o meno di investire su di voi.

6. Fare networking e apprendere gli uni dagli altri. Partecipare ai vari incontri riservati alle start-up per conoscere persone interessanti, preparate per scambiare punti di vista, avere feedback sulla bontà del proprio prodotto, consigli su come migliorarlo. A questo proposito segnalo una delle iniziative più riuscite degli ultimi anni ovvero startupbusiness.it, curata da David Orban CEO di Questar ed Emil Abirascid giornalista da sempre attento ai temi dell'innovazione tecnologica, diventato in poco tempo punto di riferimento per le start-up.

Queste sono solo alcune delle regole che andrebbero a mio avviso seguite per inseguire il proprio sogno e trasformarlo in realtà. Aspetto i vostri preziosi suggerimenti per completare il decalogo dello startupper!

venerdì 7 maggio 2010

Il finale di Lost svelato da un blogger italiano. Si può già parlare di mediasfera?

Ai tempi del cosiddetto Web 2.0, le notizie viaggiano sulla Rete a velocità esponenziale. Molte volte quindi le testate on-line sono più rapide delle corrispondenti versioni su carta a diffondere le informazioni. E fin qui nulla di particolarmente eclatante.

Certo è che se il primo a rivelare uno scoop è un blogger e per di più italiano allora tutto ciò assume un sapore ben diverso. Sembra assurdo, eppure è veramente successo.

Macchianera, uno dei punti di riferimento della blogosfera (non solo per i famigerati macchianera awards, i premi che ogni anno vengono consegnati ai blogger più meritevoli) è riuscito ad anticipare tutti quanti, svelando in anteprima il finale inedito dell'ultima stagione del telefilm "Lost".


Abc TV show - Lost


Gianluca Neri, autore del blog Macchianera, ha pubblicato sul suo sito sei pagine tratte dalla sceneggiatura originale della serie. «Quella di cinque anni fa era una notizia importante- dice Neri- quella di oggi non lo è affatto».

Su Macchianera - secondo blog più consultato d’Italia dopo il pluripremiato Beppegrillo.it- i documenti sono apparsi la mattina del primo maggio, quasi in sordina. Il tam tam in Rete e il passaparola su Facebook hanno fatto il resto. E se si trattasse di una bufala? «Prima della pubblicazione ci siamo presi due giorni per verificare che, effettivamente, le scene che avevamo ricevuto facessero parte della sceneggiatura originale», dice Neri, «e abbiamo avuto la conferma».



Lost - Final episode preview by Macchianera Blog

Tuttavia, prima di decidere se sbirciare o meno le pagine in questione è bene sapere che i produttori esecutivi di Lost, Carlton Cuse e Damon Lindelof, sono famosi per aver già fuorviato i fan in passato, diffondendo ad arte finte sceneggiature. Di conseguenza potrebbe essere tutto vero come no oppure un abile espediente degli autori per accrescere l'interesse dei telespettatori.

Non è certamente in discussione invece il successo in termini di visite che ha totalizzato Macchianera che oltre ad essere citato da Tgcom e altri media nazionali e internazionali (soprattutto americani) ha raggiunto la bellezza di 100000 visite in poche ore.

Tale clamore non può che essere ben accolto dal sottoscritto. Per una volta un blogger italiano è infatti riuscito ad attirare l'attenzione su di sè sfruttando molto intelligentemente alcune coincidenze (come la concomitanza con la festa del lavoro) , l'anonimato della fonte e l'acclarato successo della serie per creare un "mistero" mediatico che ha subito trovato terreno fertile negli strumenti di condivisione offerti dal Web.

Che sia vera o no, la notizia ha fatto il giro del mondo, dimostrando come il blog può essere una valida alternativa ai media tradizionali, un mezzo attraverso cui gli utenti, liberamente, possono accedere alle informazioni che gli interessano e decidere se e come diffonderle.

Il contenuto, se ritenuto valido e attendibile viene rimbalzato da una persona all'altra finché, arrivato su facebook, si moltiplica fino a coprire un pubblico via via sempre più vasto. Ma il cuore di tutto rimane il blog e il suo autore che può ottenere (sebbene per pochi giorni) una risonanza mediatica pari a quella delle grandi firme dei giornali. Il messaggio diventa quindi globale raggiungendo hub e pubblici diversi.

Questo rimanda un po' alla discussione fatta un paio di settimane fa sul blog di Luca De Biase e poi ripresa da Gigi Cogo e il Giornalaio in cui si ipotizzava la nascita di un ecosistema detto mediasfera capace di riunire e far emergere tutti i contenuti provenienti dai diversi media e considerati rilevanti, grazie al contributo degli utenti.

In particolare da questo articolo tratto da "il Giornalaio" possiamo notare alcune peculiarità della mediasfera che stanno modificando il modo di concepire il giornalismo nella sua natura classica.

Social media sphere

"Sono quattro le key issues che emergono dall’analisi proposta sul futuro della mediasfera:

1) Non fare affidamento sulla pubblicità. Non ipotizzare, quantomeno, modelli di business in ambito editoriale basati esclusivamente sull’advertising per un lungo periodo ancora.

2) Le audience si stanno sempre più spostando sui social network, e su un ristrettissimo numero di siti web, a spese dell’industria delle notizie, dei media.

3) I ricavi si sposteranno in maniera sempre più massiccia verso i contenuti in mobilità, specificatamente smartphones e quelli che vengono definiti “lean-back devices” quali l’iPad. A questo specifico ambito attengono tempo e attenzione da parte degli utenti.

4) Un gruppo ristretto di “gatekeepers” sarà proprietario di una potente combinazione di mezzi, contenitori, sistemi operativi e piattaforme di transazione".

mercoledì 17 febbraio 2010

Settori emergenti: Esaote, eccellenza italiana nel biomedicale

Nella settimana che ha visto Google con il suo Buzz protagonista assoluto del Web, una notizia molto importante è passata un po' sottotono. Esaote, azienda leader del settore biomedicale con sede a Genova, ha vinto il prestigioso "Confindustria Awards for Excellence Andrea Pininfarina 2010".


Esaote logo


Un premio meritato. Il riconoscimento, assegnato in occasione della cerimonia tenutasi nel Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino, per festeggiare i 100 anni di Confindustria, ha sottolineato l'indiscutibile valore di una delle realtà imprenditoriali più interessanti degli ultimi anni, in un settore, quello biomedicale, in continua espansione.


Apparecchiature mediche Esaote

Le motivazioni alla base del conferimento, hanno evidenziato il ruolo che Esaote si è saputa conquistare nel tempo, creando significative relazioni con il contesto socio-economico in cui il Gruppo opera ed affermando l’immagine dell’Italia a livello internazionale, attraverso strategie e politiche di innovazione.

Nel ricevere l'ambita onorificenza, direttamente dalle mani del Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, Carlo Castellano e Fabrizio Landi, rispettivamente presidente e amministratore delegato dell'azienda, hanno espresso tutta la loro soddisfazione.

Ricerca, innovazione e qualità del prodotto. In particolare, Castellano ha dichiarato: "Sono molto orgoglioso di questo prestigioso riconoscimento, perché premia un’azienda italiana che fa ricerca e produce in Italia e che, per la qualità e l’elevato grado di innovazione dei suoi prodotti è sinonimo di alta tecnologia italiana, apprezzata in tutto il mondo".

Esaote, nata dal nulla all’inizio degli anni ’80 è diventata in pochi anni un gruppo leader a livello internazionale nella diagnostica medica per immagini, grazie a forti investimenti in ricerca e sviluppo e ad un intenso lavoro di squadra che hanno permesso di lanciare numerose innovazioni tecnologiche sul mercato.

Biomedicale, un settore in crescita. Il settore biomedicale è sicuramente uno dei campi più promettenti del business del futuro. Ma cosa produce un'azienda come Esaote? Approfondiamo la questione cercando di superare i numerosi dubbi e la confusione con altri domini che a volte porta fuori strada.

Ecco una definizione molto puntuale estratta da Wikipedia:

"L'ambito della strumentazione biomedica si occupa della progettazione, sviluppo, realizzazione e test di dispositivi meccanici e/o elettronici da applicare in ambito clinico, o altrimenti come ausilio all'attività di ricerca nelle scienze biologiche e fisiologiche".

La strumentazione biomedica può essere suddivisa in tre categorie principali:

diagnostica
terapeutica
riabilitativa


Sebbene non esista una distinzione netta fra i tre campi, è opportuno operare tale suddivisione per un'analisi più sistematica dell'argomento e perché si tratta di una distinzione centrata sulla figura del paziente e sulle sue esigenze.

Strumentazione diagnostica
Nella seguente categoria sono incluse per lo più le apparecchiature utilizzate in medicina nucleare e radiologia che sfruttano tecniche di imaging a scopo diagnostico.

L'ambito clinico è quello a cui si possono riferire primariamente le attività di Esaote. Sono presenti poi altri due tipi di prodotti molto evoluti.

Strumentazione terapeutica
In questa sezione troviamo tutti quei dispositivi, elettrici o meccanici, di supporto all'attività terapeutica del paziente o che costituiscono il perno della terapia stessa.

Alcuni esempi sono il pacemaker, le valvole cardiache artificiali, i cardioversori e defibrillatori, il dializzatore, il cuore artificiale, la macchina cuore polmone per circolazione extracorporea, i neurostimolatori, gli apparecchi acustici e molti altri ancora: darne un elenco esaustivo sarebbe proibitivo e privo di senso, dal momento che di continuo nuovi apparecchi vengono impiegati in specifiche terapie, o gli stessi apparecchi esistenti modificati vengono adoperati per nuove terapie.

Si tratta di dispositivi molto delicati che necessitano di un costante controllo in quanto, a differenza della categoria precedente, spesso si ha a che fare con energie molto superiori a quelle utilizzate in campo diagnostico e che entrano in diretto contatto col paziente, interagendo direttamente con esso o alterandone alcuni parametri fisiologici e/o fisici.

Strumentazione riabilitativa
L'ultima sezione di cui ci occupiamo comprende la strumentazione utilizzata a fini riabilitativi: sebbene questa sezione abbia molto in comune con la precedente, anzi spesso i due campi vengono considerati simili, è bene distinguere tali dispositivi in quanto siamo spesso di fronte a macchine che mirano a modificare un parametro fisiologico, fisico o meccanico del paziente al fine di favorirne il recupero e la piena autonomia nel funzionamento.

Sono quindi per lo più soluzioni temporanee che non si limitano semplicemente a fornire un supporto terapeutico, ma hanno obiettivi più ambiziosi.

Bisogna comunque sottolineare che sovente questi dispositivi, come nel caso delle protesi, pur cercando di integrarsi pienamente nei processi metabolici e meccanici, possono talora rimanere in modo permanente nel corpo dell'ospite, o possono altre volte essere riassorbiti dall'organismo.

Tra questi possiamo annoverare ad esempio le protesi, gli organi artificiali, le macchine pneumatiche per il recupero post-traumatico e molti altri ancora.

La salute dell'uomo al primo posto: la filosofia di Esaote. Sicuramente questo settore emergente ad alto contenuto tecnologico è destinato a guadagnare sempre più consensi, in quanto come dimostra il premio assegnato ad Esaote, la sensibilità verso chi produce non solo per interesse economico ma anche per migliorare la salute e la qualità della vita delle persone sta cambiando la prospettiva con cui si guarda al business.

Etica nel business. Business in cui la componente etica assume sempre più rilevanza, trasformando un'attività imprenditoriale in un'occasione per fare qualcosa di utile a livello sociale, rinunciando a volte ai profitti facili pur di tutelare il cliente e rispettare la propria mission.

Business ethics in Corporation 2.0

Il caso Toyota. Un esempio recente è stato il caso Toyota: come avrete sentito nei tg dei giorni scorsi, le auto ibride dell'azienda giapponese (sopratutto il modello Prius) presentavano problemi ai freni.

Ebbene, Toyota dimostrando grande serietà, ha preferito ritirare dal mercato le vetture difettose, accollandosi anche le spese di riparazione, il tutto a discapito degli azionisti e a favore dei consumatori. Mossa che però non è piaciuta al mondo degli affari che sembra non aver recepito a fondo l'importanza del gesto.

Se voleste soffermarvi sui fatti che hanno interessato la Toyota, sul blog di Valerio Tiranti troverete un'analisi molto sintetica ma precisa della situazione. Quel che conta è aver compreso come al giorno d'oggi le aziende che vogliono avere successo non possono esimersi dal considerare l'etica come elemento fondante in grado di fornire quel qualcosa in più per distinguersi e guadagnarsi la fiducia dei clienti.

Per il momento è tutto. A presto!

Credits

lunedì 1 febbraio 2010

Liquida network: la pubblicità che vorrei

Pochi giorni fa Liquida, apprezzato aggregatore dei contenuti della blogosfera, ha lanciato un programma di affiliazione pubblicitaria che è destinato a rivoluzionare il modo di fare pubblicità in Rete, in particolare tra i blogger.


Liquida Motori - Ferrari F10


Un sistema di pubblicità inedito. Liquida Network consente infatti di ottenere ricavi pubblicitari non in base alle azioni compiute sulla pagina (es. programma Adsense di Google e il famigerato Pay per click) ma facendo riferimento al numero di pagine viste mensilmente (RPM ricavi per migliaia di pagine).


Liquida network - Blogger advertising program


L'alternativa che ci voleva. D'ora in avanti quindi stop ai classici escamotage che alcuni blogger utilizzavano per indurre i lettori a cliccare "per sbaglio" sugli annunci posti in prossimità del titolo o alla fine del post.

Se il proprio blog risponderà ai requisiti minimi stabiliti da Liquida, potrà giovare di un ritorno economico proporzionato alla validità dei contenuti e al numero di visite registrate.

Cosa importante da evidenziare è che si potrà aderire indipendentemente dalla presenza sulle proprie pagine di altri programmi di affiliazione. Inoltre sarà possibile decidere la tipologia di banner da inserire, con diverse soluzioni in termini di colore e sopratutto dimensione.
Fermo restando che all'aumentare dello spazio riservato agli annunci corrisponderanno entrate superiori per via del diverso moltiplicatore adottato.

Le varie offerte. L'opzione "Start" , ad esempio, offre un RPM (ricavi per migliaia di pagine) che può raggiungere gli 0,8 Euro se si utilizzano sia l'header che il banner fornito da Liquida Network. Nel caso di 50mila pagine consultate su base mensile, il ricavo sarà dunque pari a 40 Euro circa. L'offerta "Premium" consentirà di realizzare un RPM massimo pari a circa 1,2 Euro, ma impone un minimo di 80mila pagine visitate al mese e una media più alta di post pubblicati a settimana.


Liquida - Special offer list

La qualità di Liquida. Altro aspetto da non trascurare è il fatto che la pubblicità visualizzata proverrà direttamente da Liquida e sarà quindi di indubbia qualità. Alla stipula del contratto, la società acquisterà l'intero bacino di traffico disponibile su ogni blog, garantendo al blogger un "ricavo fisso" per pagina.

Una campagna di promozione efficace. Per sensibilizzare i blogger a partecipare al network pubblicitario, Liquida ha pensato di stringere una serie di accordi con alcuni dei blogger più seguiti della blogosfera tra cui il blog di satira collettiva Spinoza e il weblog di informazione Giornalettismo.

Non si è risparmiata poi nel profondere le proprie energie per sponsorizzare l'iniziativa su siti di editori grandi e piccoli, nonché ovviamente blog di ogni ordine e grado.

Immagine, credibilità, reputazione. Il guadagno per il blog sarà anche in termini di immagine e visibilità. Liquida, tenendo fede alla sua mission, ovvero aiutare la blogosfera italiana e valorizzarla, propone difatti dei canali tematici (domini di terzo livello es: musica.liquida.it) nei quali verranno inseriti dei box che riporteranno i siti/blog affiliati, con link diretti in outbound valevoli ai fini di SEO ovvero follow. Ma non solo: ci sarà una pagina dedicata a tutti gli affiliati all’interno dell’area network.

Un progetto che vale. Sicuramente il progetto è destinato a raccogliere molti consensi tra chi vive la Rete e aspettava un programma alternativo a Google per monetizzare il traffico del proprio sito.

Sebbene possa solo migliorare. Certo è che qualche perplessità rimane. In particolare sulla soglia minima di pagine viste che permettono di accedere ed usufruire del servizio. Penso ai piccoli blogger che resteranno tagliati fuori dal network. In questo modo si perde un'ottima occasione per incrementare la reputazione e credibilità di numerosissimi editori di piccole dimensioni che avrebbero potuto essere inclusi nel programma. E invece, causa criteri di accesso troppo rigidi, si ritrovano ancora una volta impossibilitati ad avere una congrua ricompensa per tutti gli sforzi fatti.

Forse sarebbe auspicabile prevedere norme meno vincolanti che valorizzino ancora di più l'apporto a livello di contenuti rispetto all'enorme mole di visite.

Consigli. Sono molto curioso di sapere le vostre considerazioni riguardo questo innovativo sistema di advertising online. Intervenite numerosi!

giovedì 28 gennaio 2010

BNP Paribas Ace manager: un business game sul tennis

Studenti di tutto il mondo unitevi, giocate e vincete la partita della vostra vita.

Si potrebbe sintetizzare così l'iniziativa, giunta alla seconda edizione, promossa dal famoso gruppo finanziario BNP Paribas. Ace Manager second set è infatti un professional adventure game pensato per far conoscere e apprezzare al di fuori del territorio francese le attività della banca.


BNP Paribas - Ace Manager game logo


Si rivolge sopratutto agli studenti e al mondo dell'Università. Per partecipare occorre avere meno di 26 anni al momento dell'iscrizione (che sta per scadere) e formare una squadra (team) che dovrà cimentarsi con diverse prove legate alle reali attività economiche, sociali e ambientali di BNP.


BNP Ace Manager Students Tennis Challenge


Ecco il funzionamento del gioco ricavato direttamente da sito del gruppo francese:

"Durante la prima fase, le squadre partecipanti - ognuna composta da 3 studenti - si confronteranno su un caso aziendale legato al business del tennis e metteranno alla prova l'attitudine a lavorare in diverse attività bancarie.

Gli studenti dovranno, inoltre, dimostrare le proprie capacità, adottando i valori del Gruppo BNP Paribas: reattività, creatività, ambizione e impegno.

In modo ludico, si punta a mettere in evidenza il ruolo fondamentale della Banca nel finanziare i progetti dei propri clienti – imprese e privati – sostenendo così l'economia reale. Scopo del game è assistere infatti l'ex campione del tennis John McKenzie nel lancio di Green Tennis INC, società che commercializza prodotti eco-sostenibili legati al mondo del tennis.

Gli studenti dovranno affrontare tre sfide che gli consentiranno di avere una conoscenza approfondita delle aree di business del Gruppo BNP Paribas: Retail Banking, Investment Solutions e Corporate & Investment Banking.

La prima consiste nel creare un piano finanziario per lanciare la nuova società e promuoverne la crescita (Corporate e Investment Banking)

La seconda nel consigliare John McKenzie sulle tematiche inerenti la valorizzazione degli asset immobiliari e la gestione del patrimonio (Investment Solutions).

La terza infine nel sostenere la società Green Tennis INC nel suo sviluppo commerciale internazionale (Retail Banking).

Iscriversi a Ace Manager – The Second Set che si svolgerà interamente in lingua inglese è facile basta cliccare su acemanager.bnpparibas.com entro e non oltre il 16 febbraio.

All'inizio il gioco si disputerà direttamente sul sito nel periodo compreso fra il 17 febbraio e il 17 marzo 2010. Le prime 5 squadre classificate si affronteranno in una competizione finale a Parigi a metà aprile 2010. La giuria sarà composta da professori emeriti delle scuole partecipanti e da membri della direzione di BNP Paribas.

Le squadre finaliste avranno come premio: € 9.000 per la prima classificata; € 3.000 per la seconda; € 1.500 per la terza. Tutti i componenti delle squadre finaliste riceveranno i biglietti per assistere a partite di tennis dei tornei promossi nel mondo da BNP Paribas".

Un connubio già collaudato quello tra la banca e il mondo dello sport, in particolare del tennis. Basti pensare ai tanti master organizzati che hanno come main sponsor proprio BNP Paribas. Da Parigi, agli Internazionali BNL di Roma, al Roland Garros solo per citarne alcuni.

Roger Federer - BNP Paribas Paris-Bercy Master Series 2008

Quel che ha determinato il successo di questa operazione di brand awareness è l'associazione business game-sport. L'utente è infatti spinto a partecipare dalla connotazione ludica del gioco. Ace manager non è quindi la solita competizione destinata a esperti dell'area aziendale ma si sposa perfettamente con la voglia di imparare divertendosi, facendo vivere peraltro un'esperienza unica e gratificante agli studenti.

L'apertura internazionale e la possibilità di inserire nel team persone con un background culturale variegato non può che giovare alla strategia di marketing (slides di Stefano Principato)impiegata da BNP. In questo modo persone di Paesi differenti, possono conoscersi, comunicare, scambiarsi opinioni, confrontarsi ed imparare l'uno dall'altro, arricchendosi a vicenda. L'opportunità poi per i finalisti di volare a Parigi e incontrare i compagni di avventura rappresenta un ulteriore punto a favore circa la bontà dell'iniziativa.

Ultima ma fondamentale considerazione riguarda la possibilità di farsi notare per la propria bravura ed ottenere un posto di lavoro presso BNP o altri followers (aziende leader del settore finanziario) del gioco. Non mi sembra poco ciò che si può guadagnare in termini di visibilità e occupazione professionale.

Se amate le sfide, questa è la vostra occasione. Chissà che non possiate essere voi i campioni del futuro!.

Qui potete trovare alcune slides di approfondimento sul rapporto tra Gaming, Recruiting e Fundraising tratte dal sito Ninjamarketing (il massimo esperto italiano per quanto riguarda le campagne di marketing non convenzionali che ha avviato di recente un' interessante serie di incontri formativi).

A questo indirizzo invece una bellissima presentazione sugli strumenti di Recruiting 2.0.

lunedì 4 gennaio 2010

Olio Carli: quando tradizione e innovazione convivono sul Web

E' una delle aziende più antiche e rinomate del territorio ligure, ma nonostante sia in procinto di festeggiare il secolo di vita, non smette mai di stupire.

Sto parlando di Olio Carli, storica industria alimentare con sede in Via Garessio a Imperia. A dispetto dell'età infatti, pur mantenendo una solida tradizione familiare, ha saputo costantemente rinnovare la sua offerta per stare al passo con i tempi e lo sviluppo delle nuove tecnologie.


Sito Web Fratelli Carli - Pagina ABC dell'Olio di Oliva

Ma cosa distingue la Fratelli Carli da altre imprese del settore?

La forza del Web. Tutto, a partire dal modello di vendita (e-commerce o commercio elettronico) è innovativo e basato su Internet. Scordatevi infatti di trovare i prodotti sul banco del supermercato o negozio di turno, alla Carli l'olio e molte altre prelibatezze le potete comodamente ordinare da casa con un click sul sito aziendale. Il prodotto verrà poi recapitato presso la vostra abitazione da uno dei corrieri con cui l'azienda ha stipulato una convenzione (consegna a domicilio).

Ciò determina un notevole taglio dei costi di distribuzione, sdoganando tra l'altro uno dei capisaldi della long tail soprattutto a livello di PMI.


La coda lunga - The long tail distribution model by Chris Anderson

Relazione diretta con il consumatore. Il modello di promozione privilegiato è quello del direct marketing: esso consente di raggiungere un target definito, con azioni mirate che utilizzano una serie di strumenti interattivi, ottenendo in tal modo delle risposte misurabili.

Si crea in questo modo una relazione fidelizzata e duratura con il consumatore, basata sulla fiducia reciproca e si hanno a disposizione indicatori attendibili per valutare l'efficacia dell'investimento (ROI).


Direct Marketing Goals

Coraggio, determinazione e volontà di innovare. Dal 1997, mostrando grande coraggio per l'epoca, l'azienda ha rafforzato la presenza sul Web, dapprima timidamente, poi con sempre più convinzione, fino ad arrivare al boom degli ultimi giorni con 4,2 milioni di visitatori unici, frutto principalmente dell'accordo con Microsoft per una campagna mirata di pubblicità on-line.

Attraverso banner e annunci ben confezionati, la Carli ha catalizzato l'attenzione di contatti qualificati, con un impatto diretto su fatturato (+47%), ordini (+14%), nuovi clienti (+80%) e Top of mind (una sorta di indice di notorietà che raggiunge il suo apice quando la domanda associa la marca alla classe di prodotto + 21,4%).

USA, packaging e gli spot tv. Numeri davvero impressionanti per un'azienda che occupa meno di trecento dipendenti. Certo il 2009 era iniziato bene, con lo sbarco negli Stati Uniti grazie alla partnership con FedEx, il rinnovamento del packaging e le campagne pubblicitarie in tv, prima su Mediaset e poi su Sky. Nessuno, nemmeno nelle più rosee previsioni, avrebbe mai creduto tuttavia che i risultati sarebbero stati così rilevanti.

La pubblicità targata Microsoft. Microsoft Advertising (che sponsorizza già molte realtà importanti come Alfa Romeo, Media World, Timberland, Triumph, Nissan, Intel, Coca-Cola e molti altri ancora, vedi qui) è stato scelto come partner ideale per effettuare il restyling del brand, sfruttando le potenzialità di Msn/Windows Live.


Olio Carli Msn Advertising Campaign

"Un perfetto mix di creatività e innovazione tecnologica" che, come riporta il comunicato ufficiale diffuso da Ign Adnkronos, "ha consentito di raggiungere in sole due settimane oltre 4 milioni di potenziali clienti, di cui 2,5 milioni appartenenti al core-target 35-49 anni, ripartiti tra i vari canali. Le risposte mostrate dai consumatori sono state a dir poco sorprendenti: più di 112 mila utenti hanno interagito con il sito compiendo azioni quali la consultazione di informazioni aggiuntive sui prodotti del catalogo on-line".

Le performance realizzate hanno permesso di perseguire appieno il duplice obiettivo di sviluppare la brand image e allargare il target di riferimento, influendo sia sulla brand awareness che sulla propensione all’acquisto, con una crescita del 24,4% dell’Intention to Buy sul 30% dei consumatori che sono stati esposti alla creatività della campagna con una frequenza superiore alla media.

Una scommessa vinta in partenza. Sempre all'interno della nota di agenzia, Carlo Calenco responsabile Internet della Fratelli Carli ha commentato l'iniziativa, definendo una scommessa vinta l'aver puntato su Microsoft per la campagna di web advertising.

Pionieri si nasce, non si diventa. Uno dei fattori che ha guidato questo successo è stato infatti "l'utilizzo per la prima volta in Europa dell’innovativo formato rich media Header Expanding sulla Today Page di Hotmail.it, che da solo ha permesso di raggiungere quasi due milioni di consumatori unici, esposti al messaggio in media per oltre un minuto, a conferma delle potenzialità di questo innovativo strumento ad alto impatto emozionale sul quale l’azienda Fratelli Carli ha deciso di puntare come pioniere in Italia".

"Ma l'Header Expanding è soltanto uno dei tanti formati ad altissima visibilità che Microsoft Advertising ha pianificato per questa campagna: a questo vanno aggiunti la personalizzazione delle home page di MSN News e Ansa.it, i banner 300x250 sull’home page di MSN e Hotmail, gli expanding banner su Windows Live Messenger e gli skyscraper su Facebook e Hotmail".

"La scelta del network MSN/Windows Live come canale di comunicazione per Fratelli Carli è per noi motivo di grande soddisfazione" ha dichiarato Salvatore Ippolito, Sales Director Microsoft Advertising Italia.

Storia e tradizione si incontrano con la Rete. Soddisfazione da ambo le parti quindi, come emerge dalle parole di Calenco:

"Un marchio che incarna l’assoluta eccellenza italiana. Eccellenza capace di mantenere inalterate le proprie radici, legate alla sua storia e alla sua tradizione e al contempo di riconoscere le potenzialità della Rete e dell’innovazione sfruttando i punti di forza che Microsoft Advertising è in grado di offrire. Internet rappresenta uno strumento fondamentale per la strategia commerciale e di comunicazione di Fratelli Carli e il network MSN/Windows Live è un media ideale per veicolare i nostri valori e la nostra immagine".

Adattarsi al cambiamento per essere protagonisti del futuro. Da parte mia posso soltanto rimarcare quanto affermato da Calenco, aggiungendo che come più volte ho sostenuto nelle mie analisi, il rischio e la propensione ad innovare vanno di pari passo. Se non si capisce che per aumentare i profitti bisogna interpretare il cambiamento e utilizzare i nuovi strumenti che la Rete ci offre, senza troppe esitazioni, difficilmente si potrà andare avanti ed essere i protagonisti del futuro.

Per avere un'idea più completa vi invito a scaricare il pdf relativo alla campagna pubblicitaria condotta dalla Carli.
 
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