C'era da aspettarselo. La crisi che nelle ultime settimane ha messo in ginocchio prima l'economia americana e di riflesso quella globale, non ha risparmiato nemmeno il modello simbolo dell'innovazione tecnologica per antonomasia: la Silicon Valley.
Figura_1 - Aziende della Silicon Valley - Most important Companies
Cosa è successo alla Silicon Valley?. La notizia, apparsa sulle pagine del noto magazine americano Business Week, porta la firma del famoso giornalista economico Steve Hamm. Quest'ultimo, in un articolo intitolato: "Whatever Happened to Silicon Valley Innovation?", esegue un'analisi della difficile situazione finanziaria odierna, colpevole di aver ridimensionato le aspettative di molte aziende hi-tech che operano nell'area californiana.
Il sogno si è infranto?. Ciò che emerge da una prima lettura è una preoccupante carenza di quello spirito corsaro e innovativo che ha fatto della Silicon Valley la culla mondiale dell'information technology.
Il problema è che il modello aziendale basato su investimenti molto generosi da parte di investitori specializzati nel finanziamento di società appena avviate - start-up - sembra miseramente fallito con la crisi del credito e la recessione degli Stati Uniti. Tant'è che portare società in borsa per poi rivenderle traendone grandi profitti si sta rivelando sempre più difficile.
Nessun venture-capitalist, dice Hamm, vuole rischiare di perdere ingenti somme di denaro e per questo motivo evita di investire su progetti troppo onerosi o senza le giuste garanzie di successo.
Il poco capitale ancora circolante, viene indirizzato verso idee sicure e poco costose, come i siti di social networking sullo stile di Facebook.
Un modello in crisi. Lo segue a ruota Navin Chaddha, direttore generale di Mayfield Fund, che in passato ha contribuito al lancio di affermate realtà imprenditoriali come Compaq Computer e Genentech (azienda leader nel campo delle biotecnologie) :
"Se servono oltre 100 milioni di dollari per avviare una società, probabilmente non si riusciranno a generare i rendimenti che gli investitori desiderano".
A suo avviso il modello Silicon Valley, almeno per le aziende che necessitano di una grande disponibilità di capitale, sarebbe "finito".
Una nuova sfida: intelligenza, qualità e risparmio. Sono comunque convinto che l'intelligenza che ha animato fin dalla sua nascita questa particolare zona del pianeta non verrà meno e saprà riprendersi favorendo l'uscita dalla più grave depressione economica dopo quella del 1929.
E' proprio in periodi come questi, infatti, che l'assenza di mezzi può favorire lo sviluppo di idee e progetti a basso costo ma di altissima qualità. Perchè come mi piace spesso ribadire l'idea apparentemente più semplice è quasi sempre quella che si dimostra vincente nel tempo (vedi i vari facebook, yahoo, linkedin) e capace di attirare l'interesse di milioni di utenti.
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