Numenta, questo è il nome che ha dato Jeff Hawkins, uno dei maggiori esperti mondiali di intelligenza artificiale (AI), alla sua ultima idea imprenditoriale.
L'obiettivo del progetto è quello di condurre ricerche sul funzionamento della mente umana, cercando di interpretarlo attraverso l'uso delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione (ICT). "Quando nasci, non sai niente”. E' con questa frase che l'ingegnere americano ha lanciato con entusiasmo la sua personale sfida alla comprensione del cervello, sottolineando come, secondo lui, "alla nascita la nostra mente è simile a una tabula rasa". E aggiunge: "In realtà si conoscono alcune nozioni base, per esempio si sa come poppare”.
Ma il punto è che il cervello, all’inizio, non ha alcuna effettiva percezione o visione del mondo e degli oggetti circostanti. “Non si sa nulla di lingue, case, automobili e computer”, spiega, agitando la mano per intendere la realtà nel suo complesso. “Il cervello deve ancora scoprire che cose del genere esistono. Per me”, ribadisce, “è un concetto affascinante”.
Un interesse talmente forte che lo ha spinto a fondare un ente no profit, il Redwood Neuroscience Institute, e ad arruolare alcuni tra i più importanti studiosi di neuroscienze perché arrivassero a elaborare una teoria cognitiva unificata. Lo stesso interesse che lo ha infine condotto alla creazione di Numenta. Qui, con la sua collaboratrice di lunga data Donna Dubinsky e altri dodici ingegneri, è riuscito a sviluppare un programma di intelligenza artificiale che a suo avviso va considerato come il primo software realmente basato sui meccanismi operativi della mente umana.
Al pari del cervello, il software nasce senza sapere niente. E come il cervello, impara da quello che sente, si costruisce un modello del mondo, e fa delle previsioni sulla base di tale modello. Il risultato, spiega Hawkins, è una macchina pensante in grado di risolvere problemi che all’uomo possono sembrare elementari ma che in passato hanno sempre messo in difficoltà i computer, compresi, per esempio, la vista e la locomozione. Il tessuto "filosofico" che farà da sfondo alle attività dell'azienda è costituito dalle teorie che lo stesso Hawkins ha raccolto e dettagliato nel libro "On intelligence: how a new understanding of the brain will lead to the creation of truly intelligent machines" scritto nel 2004 con Sandra Blakeslee. Il testo attraversa varie discipline delle scienze neurologiche e cognitive ed esplora le possibilità che il loro studio possa essere combinato con quello del computing.
Da questa unione dunque, Numenta proverà a trarre degli spunti per la progettazione di tecnologie innovative, applicabili per esempio nei sistemi di riconoscimento vocale nell'ambito dei servizi di telefonia, come pure nei sistemi che aumentano le capacità visive e perfino nel controllo dei processi di automazione industriale.
Ma Hawkins va anche oltre, prefigurando i possibili sviluppi di Numenta. Egli è infatti convinto che il suo programma, dotato di una potenza e velocità di elaborazione elevatissime garantite dall’utilizzo di processori digitali, sia anche capace di risolvere problemi complessi affrontandoli con le modalità proprie della mente di un bambino, ovvero percependoli come un flusso di nuovi dati da interpretare. Basta immettere le informazioni ricavate da una rete elettrica nel sistema e Numenta ne deriva un modello virtuale di come la rete funziona. E proprio come un bambino riesce a capire che un bicchiere di vetro gettato sul pavimento si rompe, così il sistema impara in quali casi è possibile che la rete si guasti.
Tra qualche anno, sostiene Hawkins, sistemi del genere riusciranno a catturare anomalie e trend di qualsiasi realtà, dal mercato azionario al meteo, con un’affidabilità oggi inconcepibile per i computer.
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